Studio 22 – Piazza del Popolo, 22 – Specchia (Lecce)
8 ottobre 2022 sino al 18 ottobre 2022
Dalle 10:00 alle 19:00
8 ottobre 2022 – 18 “Giornata del Contemporaneo”
indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani
I colori scorrono lasciando e urlando i loro racconti, la loro vivace gioia di una vita che vuole essere lunga. Un racconto di oggi al domani. Una traccia della sensibilità e della malinconia velata di note spirituali: di angoscia mesta illuminata da sprazzi di speranza. Il dualismo di vita e morte che sta nei fiori recisi, tanto amati dall’artista, prende forma in dei girasoli che turgidi di giovinezza si ergono nel contenitore dell’acqua dove tentano di prendere linfa e forza volgendosi alla luce, contrasto con i colori di quelli schiantati al suolo che cominciano ad assumere i toni grevi dell’addio. Sfumature viola dello spirito e della profonda religiosità ci narrano che l’oggi è un attimo e la Madre di tutte le madri ci abbraccia nella speranza dell’eternità. Sì, il racconto fatto dai fiori o dalle opere informali di Luigi De Giovanni è il racconto del senso dell’esistenza: di questa nostra brevissima permanenza in questo tormentato mondo. Federica Murgia
I misteriosi percorsi delle idee, che nascono lentamente prorompendo sino a diventare racconti, si vestono di colori, di sensazioni, d’interiorità e di vita. Raccolgono i ricordi del tempo, le impressioni di un attimo, le luci cangianti della natura che vive, per farli diventare d’incanto pennellate, fissate creando atmosfere che vogliono andare oltre il reale: oltre l’angoscia che in questi ultimi due anni ci ha attanagliato. È così che Luigi De Giovanni, seguendo i suoi pensieri, ci dona il suo mondo, le sue emozioni: il suo essere artista. Per la Giornata del Contemporaneo vuole regalarci sensazioni di risveglio o meglio di rinascita nella speranza che tutto finisca al più presto per riprendere nella gioia del vivere senza l’angoscia del COVID 19.
In questo periodo, che sa d’angoscia e dolore a causa della pandemia Covid 19, il mondo dell’arte si è ritrovato ad avere gravi difficoltà non solo in ambito nazionale e si è dovuto reinventare per proporre eventi cresciuti negli anni. Così anche la sedicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, che si terrà sabato 5 dicembre 2020, sarà caratterizzata da un modello online e offline consentendo alle istituzioni pubbliche o private, alle gallerie, agli artisti o alle realtà che promuovono l’arte contemporanea di mettersi in mostra. Luigi De Giovanni, aderendo alla sedicesima edizione, ha voluto fare un percorso che mettesse in mostra il suo mondo fatto di colore e segno, armonia e speranza, caos e angoscia. Per questo ha scelto una selezione di opere riguardanti il suo percorso pittorico partendo dai paesaggi che interpretano le stagioni per immergersi poi nei fiori recisi che dalla massima fioritura con l’esplosione della vitalità ci portano ai toni più grevi che annunciano il tramonto dell’esistere. Nel percorso non mancano le angosce e la ribellione interpretate dai jeans, poi si arriva alle marine e al mare che con la sua voce caratterizza i suoni del video. Nelle opere, presentate per la Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, i colori digradano e sfumano o s’incupiscono sino far vivere il racconto pittorico. Le pennellate impetuose che danno espressività e significato lasciano intravvedere tocchi grevi scaturiti dalla malinconia che viene superata da note di luce che danno speranza. Giochi di colore che raccontano la vita e i suoi periodi, le preoccupazioni ma soprattutto l’artista con il suo amore infinito per la pittura per lui gioia pura.
Il silenzio della solitudine porta l’artista a riannodare i fili dei suoi pensieri per ancorarli nella memoria e farli riemergere nel momento creativo in climi che raccontano dialoghi interiori: angosce esistenziali o ricerca di sprazzi di aspettative che necessitano d’essere fissate per uscire dai tormenti. Grovigli di sensazioni s’incrociano in racconti che trovano le linee conduttrici in garze che, ricoprendo antiche canape o fili del ricordo, suturano le ferite del tempo che ha deluso i sogni. Per l’artista la ricerca dell’Io si fa urgente in pennellate e segni che vogliono ammantare lo smarrimento creato dagli eventi. Così i fogli si riempiono di filati e colori; di storie che sgorgano accavallandosi e saldandosi precipitosamente sino trovare la conclusione in una catarsi che porta Luigi De Giovanni a sprofondare nei meandri dei suoi turbamenti per ritrovarsi in sensazioni di pacato rasserenamento: di sottile gioia di vivere. I racconti si librano e i fogli prendono vita su stenditoi che attraversano lo spazio seguendo il ritmo di una brezza di speranza che va oltre il tempo per dare, finalmente, voce al silenzio della solitudine.
Luigi De Giovanni Il ritorno di un artista alla sua terra d’origine è una ricomposizione di un essere che, benché spesso lontano, trova, lì, il suo spirito, la sua interezza. E’ ciò che capita a Luigi De Giovanni ogniqualvolta fa ritorno nel suo Salento: a Specchia. Qui dipinge il paesaggio, accarezzandolo idealmente sulla tela, con pennellate che inseguono le asperità, i contorcimenti, le luci di un luogo mai dimenticato. Ripensa alla Sardegna, per lui terra dei misteri e d’ispirazione, per ritrovarsi in un gioco di memorie e di parallelismi cromatici che intersecano lo spirito. Nelle opere di questo artista l’Io e l’Es si manifestano in segni e colori rubati alla natura e suggeriti dal genius loci. Paesaggiooltrepaesaggio è il titolo del ciclo di mostre, che hanno preso il via il giorno 09 ottobre a Lecce, per proseguire a Lucugnano e a Specchia, che narrano il percorso di una ricerca continua, spirituale e stilistica, di essenze, anche inanimate, che caratterizzano i luoghi. Il titolo di questi eventi porta a porsi, nell’analisi delle sue opere, come ricercatori di significati, sia nei gesti che hanno originato le pennellate che nel concento dei colori, non sempre armonici. Le scudisciate veloci di pennello, i colpi intensi, che si fanno leggerissimi inseguendo il suo animo, si materializzano nell’interpretazione di paesaggi, dove le asprezze dell’enigmatica Sardegna si ritrovano nelle pietraie e negli antichi contorcimenti dei tronchi degli ulivi salentini. Nella mostra della bellissima Galleria Bernardini di Lecce è il paesaggio che racconta, mentre nella Casa Comi di Lucugnano, dove ancora si respira la cultura e il tempo passato, parlano i fiori, vita delle nature morte. Sono i fiori che declinano i tempi della vita. Le aspettative tradite di chi nato nella speranza di una gioia senza fine e si ritrova a fare i conti con il tramonto dell’esistere: la vecchiaia e la morte. Nella piccola galleria Sutta Le Capanne Dellu Ripa c’è l’urlo dei jeans che, oltre il paesaggio, sono simbolo di sacrifici, ribellione: di un’epoca che ha cambiato i modi di pensare… i modi di vivere. I jeans sono paesaggi dell’animo che raccontano il lavoro ma evocano la contestazione sessantottina: dove si ode ancora l’urlo tumultuoso delle piazze in rivolta. Sono uno status simbolo di una società che finge d’averli usati e strappati indossandoli, solo, dopo averli artefattamente logorati. Questo ciclo di esposizioni mettono in luce il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che lo ha accolto, nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che poteva trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si sofferma sui jeans, indumenti che hanno significato una rivoluzione non solo di costume, presenta il suo modo d’intendere l’arte in tre mostre che vogliono essere percorso del suo animo, delle sue angosce, del suo modo di percepire la natura e la società. Federica Murgia
Sutta e Capanne du Ripa: un piccolo ma caratteristico spazio, che vanta un bel porticato che, anche questo, si anima dei colori d’opere, Profiles of his soul.
Le opere di Luigi De Giovanni diventano per lo spettatore un dialogo con il suo animo.
Parlano raccontando gioie e drammi, dolore e felicità, serenità e angoscia, guerra e pace: sensazioni dell’esistere.
I colori, le pennellate, tracciano il profilo dell’animo dell’artista rendendoci partecipi di quel suo vivere intimo, che si manifesta solo con le opere: libri aperti dei suoi sentimenti.
La lettura talvolta può apparire semplice, ma all’attento osservatore è chiara la realtà del suo percepire e del suo raccontare.
I tocchi neri di colore sembrano uno squarcio nell’anima, un urlo che si sente anche se celato dall’apparente gioia dei fiori.
L’urlo si fa più chiaro, quando si osservano i jeans, in essi squarci, brandelli, tagli e colori lanciano all’unisono un grido di morte, non sempre ascoltato.
E’ la vita su questa terra che si fa sempre più drammatica e l’artista ne coglie appieno il significato ferale fissandolo sulle tele.
In molte opere si palesa l’angoscia, la disperazione, la paura, ma questo non significa che la felicità non sia presente nell’animo dell’artista.
La felicità è presente in paesaggi sfiorati dalle tempeste, in fiori scompigliati da una brezza impertinente, nei dipinti che raccontano il trascorrere delle stagioni, nei colori che parlano rasserenando il suo animo e il nostro.
Essa è, inoltre, presente nei colori che delineano scorci di natura illuminata da una solare luce di vita; in fiori che sprizzano colori vitali ma anche in quelli che hanno perso i petali e parlano di vita compiuta. E’ l’artista che ci dona un profilo dell’esistere che è quello del suo animo.
Paesaggi, fiori sono opere prive di scritte urlanti, apparentemente in contrasto con i jeans ma profondamente riconducibili ad essi nelle pennellate violente e cariche e nei colori.
Basta osservare le pennellate, alcune volte date come se si usasse uno stiletto affilatissimo altre date come una carezza. Graffi sulla tela che scavano, incidono, come incidono le ferite su un corpo o su un animo, o un soffio di pennello che raddolcisce i cuori.
Un animo sensibile che non si lascia governare dall’angoscia, ma, trova motivi in uno spiraglio alla fiducia alla vita, all’amore, alla natura.
Il racconto sulle tele, autobiografico, traccia il profilo dell’animo di De Giovanni, profiles of his soul.
…il luogo e l’arte, la terra e l’artista in un’alchimia che proprio nella luce trova la sua essenza…
Un luogo dà vita ad un artista e questi ne diventa l’espressione, l’humus loci di quel posto l’accompagna, gli suggerisce luci, colori, sentimenti, anima. Elios è il titolo di questa mostra, perché il variare della luce è ciò che ricerca Luigi De Giovanni nelle sue opere, perché il sole è motore della vita, luce e ombra delle cose. Il Salento è luce e Specchia, borgo che ha dato i natali all’artista, (Specla) è cumulo di pietre che riflettono la luce che lo colpisce e la riverbera sulle cose che in un istante si animano di vita in modo tale che l’artista possa fissarla nei quadri. L’arte di De Giovanni è racconto concatenato di luce, luogo e colori.
Le opere in mostra, non necessariamente solo paesaggi, sono riconducibili al Salento, ma in esse, nella loro multiforme luce che palesa allo spettatore un luogo, spesso dell’animo, si avverte questa, da lui amatissima, terra. Gli alberi, contorti dal tempo, degli ulivi, la terra rossa, i fiori, i colori, le luci dei dipinti raccontano di questa terra in un rimando costante che porta al tempo che passa e all’immutata natura. Cardigliano è una piccola parte di Specchia ma ne è l’essenza concettuale, infatti, in esso si ritrovano tutte le antiche fatiche degli Specchiesi fissate in una struttura che, se pur riattata, conserva intatte le simbologie e gli elementi della vita contadina e della lavorazione del tabacco. Oggi è un posto elegante, bello, razionalmente ristrutturato nel rispetto dell’esistente e dell’ambiente, adibito a vacanze, convegni e arte. Le opere dell’artista, cantico alla natura, sono esposte nella “Sala degli Ulivi e il critico d’arte Toti Carpentieri ne dà una lettura che è proprio un riscoprire l’interiorità dell’artista legato al luogo. F. Murgia
<< IMMAGINARE GIARDINI AL LIMITE DELL’ASTRAZIONE
Nel testo scritto nel millenovecentonovantanove per “Luci del paesaggio pugliese. Tra miti, realtà e riferimenti”, la rassegna tenutasi a Bari in occasione della seconda edizione di “Art&Maggio”, ad un certo punto, dopo aver ricordato alcune affermazioni legate alle specificità della nostra attenzione nei confronti del paesaggio (quelle edizioni californiane di “Immagine Puglia” all’inizio degli anni Novanta) e non senza aver pensato a quelle “suggestioni della natura” cui faceva riferimento Vincenzo Ciardo in Piccolo cabotaggio riferendosi agli artisti pugliesi, ci chiedevamo: “Ben oltre la ‘forma’, quindi, qual è il senso del paesaggio?”. Quesito, questo, che si ripropone oggi in tutta la sua attualità nell’osservazione dei lavori di Luigi De Giovanni che costituiscono il percorso espositivo di questo nuovo incontro/ritorno, nel quale in maniera quanto mai accentuata l’occhio sembra muoversi dal generale al particolare, in una sorta di zoomata che lo porta a fermarsi sulla naturalità floreale e sulle sue molteplici e variopinte manifestazioni. Ampliandosi, anche, per tutto un susseguirsi di richiami (il loro riaffiorare dal mare della memoria) che mettono insieme le “grottesche” e Giovanni da Udine, ma anche i fioranti napoletani, il “Talismano” -quel piccolo paesaggio a colori puri dipinto da Paul Sérusier sul coperchio di una scatola per sigari nel milleottocentottantotto- e infine la “Rosa nera” di Georges Braque e “A che punto siamo con i fiori” di Concetto Pozzati. Rivendicando, quasi, e ben oltre la disputa tra specie e sottospecie, quell’autonomia di “genere” tanto ricercata nel Seicento. Così, ben oltre le leggibili ed aspre raffigurazioni che accomunano il paesaggio pugliese di Specchia e la geografia isolana dell’Ogliastra e di Seulo, e del crescendo cromatico di una natura aggrovigliata ed intricata, è sulla suggestione delle presenze floreali che Luigi De Giovanni manifesta il suo essere pittore (l’organica proposta di questa “particolare” mostra salentina), anche se certe immagini –qui non esposte- nelle quali la natura diviene segno, consentendo alla gestualità di appropriarsi dell’opera in tutta la sua interezza e significazione, sembrano aprire a nuove e personali soluzioni. E in un rincorrersi di bianchi e di blu, di rossi e di gialli, di aranci, di verdi, di viola, di infinite variazioni cerulee e trasparenze ialine, il pittore costruisce –grazie ad una particolare sensibilità compositiva- giardini immaginari (ma fino a qual punto?) al limite dell’astrazione, fermando così sulla tela financo le fioriture troppo brevi e consentendo alla luce –protagonista assoluta delle sue opere- di manifestarsi, tra forme e colori, come il corpo stesso della materia. In una sorta di permanente e riprovata fedeltà alla natura che, svelando e testimoniando la bellezza, sembra accrescere ogni plausibile coinvolgimento sensoriale, fino a farci percepire –muovendoci tra i dipinti- quel “tenue profumo di primavera” di cui scriveva Nicola Lisi, vivace reminiscenza di un’età ormai divenuta memoria. Toti Carpentieri >>
SUTTA E CAPANNE DU RIPA: un piccolo ma caratteristico spazio, che vanta un bel porticato che, anche questo, si anima dei colori d’opere, Profiles of his soul.
Le opere di Luigi De Giovanni diventano per lo spettatore un dialogo con il suo animo.
Parlano raccontando gioie e drammi, dolore e felicità, serenità e angoscia, guerra e pace: sensazioni dell’esistere.
I colori, le pennellate, tracciano il profilo dell’animo dell’artista rendendoci partecipi di quel suo vivere intimo, che si manifesta solo con le opere: libri aperti dei suoi sentimenti.
La lettura talvolta può apparire semplice, ma all’attento osservatore è chiara la realtà del suo percepire e del suo raccontare.
I tocchi neri di colore sembrano uno squarcio nell’anima, un urlo che si sente anche se celato dall’apparente gioia dei fiori.
L’urlo si fa più chiaro, quando si osservano i jeans, in essi squarci, brandelli, tagli e colori lanciano all’unisono un grido di morte, non sempre ascoltato.
E’ la vita su questa terra che si fa sempre più drammatica e l’artista ne coglie appieno il significato ferale fissandolo sulle tele.
In molte opere si palesa l’angoscia, la disperazione, la paura, ma questo non significa che la felicità non sia presente nell’animo dell’artista.
La felicità è presente in paesaggi sfiorati dalle tempeste, in fiori scompigliati da una brezza impertinente, nei dipinti che raccontano il trascorrere delle stagioni, nei colori che parlano rasserenando il suo animo e il nostro.
Essa è, inoltre, presente nei colori che delineano scorci di natura illuminata da una solare luce di vita; in fiori che sprizzano colori vitali ma anche in quelli che hanno perso i petali e parlano di vita compiuta. E’ l’artista che ci dona un profilo dell’esistere che è quello del suo animo.
Paesaggi, fiori sono opere prive di scritte urlanti, apparentemente in contrasto con i jeans ma profondamente riconducibili ad essi nelle pennellate violente e cariche e nei colori.
Basta osservare le pennellate, alcune volte date come se si usasse uno stiletto affilatissimo altre date come una carezza. Graffi sulla tela che scavano, incidono, come incidono le ferite su un corpo o su un animo, o un soffio di pennello che raddolcisce i cuori.
Un animo sensibile che non si lascia governare dall’angoscia, ma, trova motivi in uno spiraglio alla fiducia alla vita, all’amore, alla natura.
Il racconto sulle tele, autobiografico, traccia il profilo dell’animo di De Giovanni, profiles of his soul.
“L’immaginazione al potere” Dai figli dei fiori all’urlo nel buio
Questa mostra è la percezione dell’evoluzione dei costumi e dei pensieri politici, che l’artista ha voluto descrivere con le poetiche di colori e segni che ci fanno percorrere un viaggio nei conflitti di un’epoca che, anche con terribili eventi, ha cambiato la visione della società e del mondo nonché dell’arte. L’idea è scaturita in De Giovanni dalla sensazione di un attimo che gli fece veder sviliti gli sforzi e, anche, le vite di tanti rivoluzionari e idealisti che combatterono per i loro sogni di libertà, uguaglianza, fratellanza: purtroppo concetti ancora lontani dalla coscienza di molti uomini. La percezione dell’oggi che lui avvertì quando si voltò attratto da una scritta su una t-shirt che diceva “ho una maglietta del Che e non so perché” fu un flash che lo catapultò nel passato. Fu così che si rivide con i sogni giovanili che animavano la sua creatività e crescevano come i suoi lunghi capelli biondi, leggermente ondulati. Risentì l’eco degli slogan del sessantotto, urlati a gran voce, che avevano reso “L’immaginazione al potere” rivoluzione permanente e, purtroppo, dolorosa per molti. Da quel momento l’urgenza della pittura, catartica del suo inconscio, lo portò davanti alla tavolozza e i gesti forti e malinconici lasciarono le tracce sulla tela, dove si materializzò il suo grido metaforico di colori e simboli che si combinavano e diventavano creatività senza condizionamenti. Si liberava nell’animo dell’artista l’urlo interiore di ricerca di giustizia e libertà. I simboli riemersero nelle sue opere, raccontando i sogni di popoli che vi avevano creduto, ma qui si tingevano delle lacrime e del sangue di tante persone che non vi avevano prestato fede e che erano state discriminate o sterminate. Così nelle pastose tinte l’artista ha amalgamato bandiere d’ideali, spesso traditi, con gli slogan che promettevano un mondo più giusto per tutti. Nelle sue ultime opere l’amarezza si legge nelle scritte fatte con pennellate che denunciano la rabbia e la delusione di una persona che aveva creduto e si ritrova a percorrere idealmente le conquiste ma anche i fallimenti di un secolo che con le tragedie e le guerre per il potere ha fatto sì che le ingiustizie perseverassero mentre i poveri rimanevano poveri e i ricchi diventavano sempre più ricchi. In questa mostra De Giovanni racconta l’oggi ritrovando una società dove le banche e i poteri economici decidono la sorte dei popoli. Una realtà che stridente con il sogno e le teorie dei grandi rivoluzionari che applicarono le idee dei pensatori. Contraddizioni, fra modi di vivere e ideali, che si ritrovano anche nel riferimento a Capri, luogo d’incontro di grandi filosofi che propugnavano la rivoluzione del popolo e il riscatto dei poveri, ma stavano in un luogo per ricchi. È così che le sensazioni dell’artista si sono accavallate sino a concentrarsi nelle opere, alcune modulari, in un racconto che porta al 14 luglio, data della Presa della Bastiglia e, anche, non a caso, dell’inaugurazione della mostra che è stata aperta con la performance di un gioioso lancio di acquerelli che volevano simboleggiare speranza per un mondo più giusto. I jeans, che diventarono divisa dei giovani sessantottini che inseguivano le utopie, dialogano con i libri che ebbero allora grande significato, sono oggi fatti diventare dall’artista installazione: monito di grandi ideali disattesi. Federica Murgia
2009 – Piccola Galleria Sutta Le Capannne De Lu Ripa – dal 14 al 25 agosto ”CATARSI”
2009 – STUDIO LEGALE IURA Via Rodolfo Audinot, 31Bologna
2009 – IL RAGGIO VERDE – EDITORIA E COMUNCAZIONE Via Veneto, 13 Lecce
2010 – PAESAGGIOOLTREPAESAGGIO – AMACI: ASSOCIAZIONE MUSEI ARTE CONTEMPORANEA 9 ottobre 2010: Giornata del Contemporaneo Sesta edizione
GALLERIA BERNARDINI – EX CONVITTO PALMIERI Lecce
2010 – Palazzo Baronale di Girolamo Comi – Piazza della Vittoria Lucugnano (Lecce) – AMACI: ASSOCIAZIONE MUSEI ARTE CONTEMPORANEA 9 ottobre 2010: Giornata del Contemporaneo Sesta edizione
2010 – Studio “Sutta Capanne dellu Ripa” a Specchia
2010 – Galleria d’arte “LA BACHECA” Via Dei Pisani, 1 Cagliari
2011- LUIGI DE GIOVANNI – SPECCHIA / FIRENZE – Eventi organizzati in occasione della settima edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – performance che dura tutta la giornata, presso lo Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa” (nell’ambito della mostra “Tracks: tracce”
2011 “TRACCE DI FEDE” – Mostra e installazione – Studio “Sutta Capanne dellu Ripa” a Specchia
2012 “Tracce di Ri€voluzione” A CURA di TOTI CARPENTIERI – Fino al 22 Luglio 2012 – LECCE, SALONE DELLE FESTE, EX CONVENTO AI TEATINI
curata da Toti Carpentieri, allestita dall’Arch. Stefania Branca e coordinata da Il Raggio Verde SRL
2012 “Rivoluzione” Spazio d’arte Sutta Le Capanne du Ripa a Specchia – In occasione dell’8° Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana.
2012 – Castello Risolo, per la mia mostra antologica “In itinere. Visioni, segni e figure 1966 – 2012”, curata da Toti Carpentieri, allestita dall’Arch. Stefania Branca e coordinata da Il Raggio Verde SRL, inaugurata il 15 dicembre 2012 alle ore 18.00.
2013 Sutta le Capanne du Ripa – Specchia – “Quacquaraquà”
2013 “La rinascita di Flora” galleria “Le Ali di Mirna” Mesagne
2013 “Dialogo con la natura. oltre i 16:9” Bastione Porta Napoli, Brindisi
2013 “Ritrovare il paesaggio” Sutta le capanne du Ripa – Specchia
(In occasione della 9 Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI) “Dialogo con la natura – oltre i 16:9” Bastione Porta Napoli, Brindisi e
2013 “Ritrovare il paesaggio” Sutta le Capanne du Ripa, Specchia
2013 Sutta le Capanne du Ripa – Specchia – “Quacquaraquà”
2013 – “La rinascita di Flora” galleria “Le Ali di Mirna” Mesagne
2013 – “Ritrovare il paesaggio” Sutta le capanne du Ripa – Specchia (In occasione della 9 Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI) –
2013 – Dialogo con la natura – Scuderie del Palazzo Gallone Tricase
2014 – “Forme e colori dal Mediterraneo” L’immaginazione al potere”, saloni del palazzo gallone Tricase 2014 – “La natura e il paesaggio” Sutta Le Capanne Du Ripa, Specchia 2014 – “UOMO DEL MIO TEMPO” omaggio a Salvatore Quasimodo, Sutta le Capanne du Ripa, Specchia (LE) 2014 – “e il naufragar m’è dolce in questo mare”, mostra personale itinerante, Scuderie, Palazzo Gallone – nell’ambito di “ECO Natale” TRICASE (Lecce) 2015 – Cultura e paesaggio, Specchia c/o Sutta le Capanne du Ripa 2015 – “e il naufragar m’è dolce in questo mare” mostra personale, Castello Spinola , ANDRANO (Lecce) 2015 – “Finestre sul mare”, “Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI”, Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (LE) 2015 – JEANS “space and time”, Sutta Le Capannne De Lu Ripa Specchia – 2016 – “Naturabilia. I Paesaggi di Luigi De Giovanni al ”Museo “Liborio Romano” Patù 2016 – “Urlo Nero” Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Specchia (LE) 2017 – “E il naufragar m’é dolce in questo mare” Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase (Lecce) 2017 – LiverLoft – Art Campus Modigliana
2017/18 – MU.VE Museo di Arte Moderna – Modigliana
2018 – Spazio 22 Specchia
2018 – Modigliana LiverLoft – Art Campus
2018 – CARTE – Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI”, Specchia (LE) Sutta le Capanne du Ripa Piazza e Spazio 22
2019 – Castello Risolo Specchia (LE)
2019 Specchia “Rosso Papavero” Giornata del Contemporaneo AMACI – Spazio 22 e Sutta le capanne du Ripa -installazione e performance
2019 – Fondazione Palmieri – Lecce – Mostra presentata da Raffaele Polo
2019 – Galleria d’Arte Mentana di Firenze
MOSTRE COLLETTIVE 1967 – Arte giovane – SPECCHIA 1972 – Galleria “Studio Delta/Pi – ROMA
1980 – Galleria Arcobaleno – MILANO
1984 – Galleria Il Colore – CAGLIARI
1985 – Comune – TORTOLI’
1985 – Comune – TERTENIA
1986 – Coccorocci – GAIRO
1986 – Pro Loco – PERDASDEFOGU
1988 – Pro Loco – MANDAS
1988 – Pro Loco – DOLIANOVA
1988 – Arco – MADRID
1989 – Cripta San Domenico – CAGLIARI
1990 – Cittadella dei Musei CAGLIARI
1990 – Mondiali ’90 Fiera – CAGLIARI
1990 – Pyramid Gallery – NEW YORK
1990 – La Contea di Bormio – BORMIO
1991 – Galleria Modigliani – MILANO
1991 – Primavera a Villanova – CAGLIARI
1992 – Galleria Studio d’Arte due – VENEZIA
1992 – C.I.D.A. – ROMA
1992 – Centro Storico – FIRENZE
1992 – Arte contemporanea – TORRE DELLE STELLE
1992 – 14 Mostra d’Arte – MANCIANO
1992 – Expò d’Art SASSARI
1992 – TOKYO
1992 – Expo – SIVIGLIA
1993 – Vicenza Arte – VICENZA
1993 – Mostra regionale d’arte – CAGLIARI
1993 – casa Museo “Sa Domu e Farra” – QUARTU SANT’ELENA
1994 – Individuazioni SAP – FIRENZE
1994 – Fiera Arte ’94 – PADOVA
1994 – 13 Fiera d’Arte – SASSARI
1994 – Arte Box – SANTA TERESA DI GALLURA
1995 – Fiera d’Arte – BOLOGNA
1995 – Expo Arte – BARI
1995 – 2 Itinerario Artistico – TRICASE
1995 – Estate Doliense – DOLIANOVA
1995 – Fiera d’Arte – LONGARONE
1995 – Palazzo Gamma – PALERMO
1996 – Miart – MILANO
1996 – Vicenza Arte – VICENZA
1996 – Expo Arte – BARI
1996 – Palazzo degli Affari – FIRENZE
1996 – Mostra Centro Storico – SPECCHIA
1996 – Mostra Centro Storico – TRICASE
1997 – Galleria Mentana – FIRENZE
1997 – Versilia Arte La Versiliana – PIETRASANTA
1997 – Miart – MILANO
1997 – Centro Storico – SPECCHIA
1998 – Fiera Art International – NEW YORK
1998 – Fiera Arti Visive – FIRENZE
1998 – Lineart Gent – BELGIO
1998 – Centro Storico – SPECCHIA
1998 – Salone di Luglio La Bacheca – CAGLIARI
1999 – Assessorato Cultura Provincia – FIRENZE
1999 – Specchiarte Centro Storico – SPECCHIA
2000 – Artisti in copertina Fondazione Memmo – LECCE
2000 – Javits Center Artexpo 2000 – NEW YORK
2000 – Specchiarte Itinerario d’Arte nel Centro Storico – SPECCHIA
2000 – Percorsi Galleria Via Larga – FIRENZE
2001- “Eurp’Art Genève” “L’Art en tout Libertè” presentato dalla galleria
“Mentana” di Firenze – Ginevra Svizzera
2001 – “Lineart Gent”, presentato dalla galleria “Mentana” di Firenze, Gent
2014 “Forme e colori dello spirito” Evento organizzato nell’ambito della giornata del contemporaneo – Palazzo Risolo Specchia
2015 Festival delle Culture Mediterranee, castello Spinola Caracciolo Andrano,
2015 Amorarte Galleria Mentana Firenze 2015 “Firenze incontra Roma” Rassegna di arti visive contemporanee 2015 ”Roma incontra Firenze” Tornatora Art Gallery di Roma 2015 ”Valori di continuità.” Galleria d’Arte “Mentana” Firenze 2016 “Proposte contemporanee” galleria Mentana Firenze 2016 “Mentana in Florence” Mentana ottobre Galleria Mentana Firenze 2017 “ITALIAN ART IN LONDON” “Crypt Gallery” Euston Road, Kings Cross, NW12BA, London, U.K. 2017 Mentana in Florence – Galleria Della Tartaruga Roma 2018 – 21 Maggio 2018 Royal Opera Arcade Gallery di Londra
2018 – 14 dicembre 2018 Galleria Mentana Firenze
2018 – 15 dicembre 2018 Borghese Palace Art Hotel (con Mentana) Firenze
2019 – Dal 21 al 26 aprile, Royal Opera Arcade Pall Mall Street – London
2019 – Mostra Collettiva di artisti storicizzati ed emergenti Galleria Mentana Firenze
Critici
Raffaele Polo, Toti Carpentieri, Lorenzo Madaro , Mauro Manunza, Alessandra Menesini, Paolo Levi, Tommaso Paloscia, Marcello Serra, Paola Santoro, Antonietta Fulvio, Rita Fasano, Maurizio Nocera. Elisabetta Paladini, Francasco Pasca, Carmelo Cipriani, Marinilde Giannandrea, Carlotta Pazzagli, Rory Cappelli e Renata Mambelli, Nicola Nuti, Giuseppe Albahari, Ambra Biscuso, Carmen De Stasio, Francesco Greco, Massimo Antonio Sanna, Paolo Pais, Salvatore Antonio Demuro, Antonio Penna, Giuseppe Schiavone, Paolo Cau, Maria Nigro e Mario Mangigotti, Elio Mercuri, Iolanda Pietrobelli, Gaetano Greco, Maurizio Antonazzo, Bianca Paris, Francesca Paba, Paolo Pais, Federica Murgia.
Bibliografia
12 agosto 2016 – nuovo Quotidiano di Puglia Lecce –settore Cultura e spettacoli “Fiori e paesaggi nei dipinti di De Giovanni al Museo Romano”
29 luglio 2016 – nuovo Quotidiano di Puglia Lecce – Patù/Mostra di De Giovanni
Aprile 2016 – la Toscana – “Alla galleria Mentana la rassegna Proposte d’arte contemporanea” di Daniela Pronestì
28 luglio 2016 – La Gazzetta del Mezzogiorno – Lecce – Vivilacittà – “Patù Naturabilia di De Giovanni”
2015/16 Florence News – Mentana Presents Values of continuity
Dicembre 2015 – la Toscana – “I valori di continuità” della Galleria Mentana
10 ottobre 2015 – La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà Lecce – Giornata del Contemporaneo in luoghi profumati d’arte del capoluogo della provincia.
10 settembre 2015 “Firenze incontra Roma” c’è Luigi De Giovanni.
Dicembre 2014 la Toscana – Galleria Mentana – Fino al 10 gennaio “Valori di continuità”
10 dicembre 2014 – “Nuovo Quotidiano di Puglia” Cultura e Spettacoli – La mostra – Personali in collettiva a Specchia
30 dicembre 2014 – La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà Lecce – “Eco notte” a chilometro zero fra le arti e i mestieri di Tricase
30 dicembre 2014 – “Nuovo Quotidiano di Puglia” Cultura e Spettacoli – “De Giovanni, omaggio al mare” Personale
28 dicembre 2014 – “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Cultura e Spettacoli – A Tricase DE Giovanni il mare salentino e la difesa dell’ambiente.
8 novembre 2014 – “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Lecce – Vivilacittà – Mostra di De Giovanni.
10 ottobre 2014 – “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Lecce – Vivilacittà – Arte a Specchia – Autori – forme e colori nel castello Risolo
16 settembre 2014 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Lecce – Vivilacittà – Specchia – I paesaggi di Luigi De Giovanni.
30 novembre 2013 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Lecce – Vivilacittà
21 ottobre 2013 – Nuovo Quotidiano di Puglia” Cultura e Spettacoli – L’iniziativa – De Giovanni a Firenze con le sue opere.
11 ottobre 2013 -“Nuovo Quotidiano di Puglia” Cultura e Spettacoli – di Carmelo Cipriani “Il cromatismo luminoso e intenso di De Giovanni” Doppia personale a Brindisi e a Specchia
11 ottobre 2013 – La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà Lecce – la mostra di Luigi De Giovanni a Specchia
10 ottobre 2016 – La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà – Arte a Specchia – Arte a Specchia – Autori, forme e colori nel castello Risolo.
8 ottobre 2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà Specchia, opere di Luigi De Giovanni
6 ottobre 2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno Vivilacittà Foggia – Fino al 14 ottobre al Bastione di Porta Mesagne <<Dialogo con la natura – oltre i 16/9>>
5 ottobre 2013 La Gazzetta Del Mezzogiorno Brindisi – Fino al 14 ottobre al Bastione di Porta Mesagne <<Dialogo con la natura – oltre i 16/9>>
5 ottobre 2013 Brindisi “Nuovo Quotidiano di Puglia” Cultura e Spettacoli – La Natura di Luigi De Giovanni.
5 ottobre 2013 “Nuovo Quotidiano di Puglia” Giorno &Notte – Giornata del contemporaneo: porte aperte alla galleria Le ali di Mirna – Scatti e Pennelli: arte in permanenza
4 ottobre 2013 “Nuovo Quotidiano di Puglia” – Dolce Vita – Mostra – De Giovanni propone “ Dialogo con la natura”
4 ottobre 2013 inserto pubblicitario su La Repubblica Bari
3 ottobre 2013 “Nuovo Quotidiano di Puglia” Lecce Giorno & Notte – Dialogo con la natura De Giovanni in mostra
3 ottobre 2013 “Nuovo Quotidiano di Puglia” – Domani il vernissage Torna a Brindisi con le sue tele Luigi De Giovanni
2 ottobre 2013 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” – Mesagne, la IX giornata del contemporaneo promossa da Eterogenea a le <<Ali di Mirna>> di Federica Marangio
dicembre 2013 la Toscana – “Valori di continuità della Galleria Mentana” di Daniela Pronestì
– 14 settembre “Nuovo Quotidiano di Puglia” – Mesagne – La rinascita di Flora tributo alla natura – Carmelo Cipriani
– 14 settembre 2013 “la Repubblica” – Rinascita di Flora
– 13 settembre 2013 “La Repubblica” trovaBari, pagina pubblicitaria fatta da un estimatore
– InformArt magazine/ 86(2013) anno XVII° – De Giovanni: “La rinascita di Flora”
– 10 settembre 2013 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” – De Giovanni e <<La rinascita di Flora>> – Il maestro espone a Mesagne
– 6 agosto 2013 “Nuovo Quotidiano di Puglia” Lecce – “Quacquaracquà” a Specchia l’invettiva di De Giovanni
– 1 – 15 agosto “qui Salento” – “Tutti i colori degli uomini”
– 14 luglio 2013 “La Gazzetta del Mezzogiorno” – Gli “Quacquaraquà” di Luigi De Giovanni
– 13 luglio “Nuovo Quotidiano di Puglia” – De Giovanni, omaggio a Sciascia-
– luglio 2013 “Quacquaraquà” – testo in catalogo di Federica Murgia
– 6 gennaio 2013 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Le iniziative – Arte tra foto e pitture.
– 6 gennaio 2013 “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” – Si chiude oggi a Specchia la mostra antologica di Luigi De Giovanni
– 3 gennaio 2013 – “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” L’antologica – De Giovanni passato e futuro al Castello di Specchia
– 19 dicembre 2012 “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” Specchia – L’antologica di Luigi De Giovanni
– 15 dicembre 2012 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” Tracce d’arte di Luigi De Giovanni – dai fiori ai jeans, agli <<objects>>
– 15 dicembre 2012 “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” A Specchia – I diversi linguaggi espressivi di Luigi De Giovanni
– 15 dicembre “Il Paese nuovo” Tutto l’umore del colore – Le opere di Luigi De Giovanni a Palazzo Risolo di Specchia
– 14 dicembre 2012 “La Repubblica” pagina pubblicitaria fatta da un estimatore
– 10 ottobre 2012 “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” Cultura & spettacoli – “De Giovanni e i meccanismi perversi del potere” installazione e performance a Specchia
– 10 ottobre 2012 “Il Nuovo Quotidiano di Puglia Lecce” Giorno & notte – Specchia installazione e performance – Ecco la “rivoluzione” di Luigi De Giovanni
– 10 ottobre 2012 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” VIVILACITTà – “La <<Rivoluzione>> di Luigi De Giovanni
– 5 ottobre 2012 “La Gazzetta Del Mezzogiorno” VIVILACITTà – “Ecco la <<Rivoluzione>> di Luigi De Giovanni” Installazione e performance a Specchia
– 3 ottobre 2012 “Il Paese Nuovo” Culture – “Rimestare la rivoluzione”
– 21 luglio 2012 “Il Paese Nuovo” “Arte e Rivoluzione – Il viandante è consapevole di attraversare il tempo” di Francasco Pasca
– 17 luglio 2012 “Il Paese Nuovo” “Con lo sguardo volto alla storia” di Antonietta Fulvio
– 15 luglio 2012 “Il Paese Nuovo” l’agenda – “Tracce di rivoluzione nel paesaggio umano”
– 14 luglio 2012 – “La Repubblica” Bari – “La rivoluzione di De Giovanni” di Lorenzo Madaro
– 14 luglio “La Gazzetta Del Mezzogiorno” VIVILACITTà – “Mostre & mostre nel weekend dell’estate salentina – De Giovanni,Tondolo, Favelli, Candela”
– 14 luglio 2012 “Il Quotidiano Italiano” Lecce – Cultura & Spettacolo –De Giovanni ai Teatini Inaugurazione con Musica
– 14 luglio 2012 “Il Paese Nuovo” l’agenda – Tracce di Rivoluzione
– Toti Carpentieri – “I percorsi della memoria per una rivoluzione dello sguardo” – Presentazione di “Tracce di Ri€voluzione” – Lecce ex Convento ai Teatini di Lecce – 14 – 22 luglio 2012
– 13 luglio 2012 “Il Quotidiano Italiano” Lecce – Cultura & Spettacolo “Tracce di rivoluzione, all’ex Monastero dei Teatini la mostra di Luigi De Giovanni “– di Elisabetta Paladini
– 15 – 31 luglio “Qui Salento” “Revoluzione” salentina
– Febbraio 2012 “39° Parallelo” Gino De Giovanni. La magia della Pittura di Bianca Paris
-11 febbraio 2012 “l’Urlo” Luigi De Giovanni a cura di Luigi Pirelli
– 26 dicembre 2011 “ La Gazzetta del Mezzogiorno” – “ Andar per mostre nella settimana delle feste natalizie”
– Lorenzo Madaro. I segni del sacro nell’arte di De Giovanni – bari.repubblica.it/ 2011
– 9 dicembre 2011 “Il Paese Nuovo” “Fuga dalla metafisica” di Antonietta Fulvio
– 8 dicembre 2011 “Il Nuovo Quotidiano di Lecce” – A Specchia De Giovanni racconta le “tracce” del Natale.
– 6 dicembre 2011 “La gazzetta Del mezzogiorno” – “Tracce di fede” Firmate De Giovanni
– dicembre 2011 “39° Parallelo” “Un incontro un po’ speciale” di Bianca Paris
– 13 ottobre 2011 “I Want You magazine” – “Specchia, 07 Edizione Giornata del Contemporaneo (dal 7 al 20)
– 8 ottobre 2011 “La Gazzetta del mezzogiorno” – <<Tracce>> innovative firmate De Giovanni. Maxi installazione a Specchia.
– 8 ottobre 2011 “Il Paese nuovo” – “Sul bilico dell’astrazione” di Antonietta Fulvio
– 7 ottobre 2011 “Nuovo Quotidiano di Puglia” “ A Specchia, Tracks, mostra e
performance di Luigi de Giovanni”
– ottobre 2011 “39° Parallelo” – “Luigi De Giovanni – Specchia Firenze” di
Francesca Paba
– Ottobre 2011 – “qui Salento” – “La memoria d’artista”
– Francesca Paba: “Tracks – Tracce” in catalogo mostra del 07 – 20 ottobre
– 29 agosto 2011 A Specchia chiude “Objects” – Nuovo quotidiano di Puglia
– 21 agosto 2011 La Gazzetta del Mezzogiorno “ Vivi L’Estate” Mostra a Specchia di Luigi De Giovanni.
– Francesca Paba: “Objects – Oggetti opere per raccontare il tempo” in catalogo mostra : Objects – Oggetti – 06 agosto 3 settembre
– Febbraio 2011 “ Voce Serafica della Sardegna” “Luigi De Giovanni e la Barbagia di Seulo” di Paolo Pais
– 15 gennaio 2011 “ il Provinciale” – “ La natura di Luigi De Giovanni” di Paolo Pais
– InformArt magazine/13 Valori di Continuità 2010/2011
– 06 agosto 2011 “Nuovo quotidiano di Puglia” “Nuovi appuntamenti con l’arte” di Marinilde Giannandrea
– 28 dicembre 2010 – “il Gallo” “Giornata del Contemporaneo” Luigi De Giovanni.
– 13 dicembre 2010 “L’Unione Sarda” – “Dipingendo (in jeans) la Sardegna” di Mauro Manunza
– InformArt magazine/11 – “Dai paesaggi della Barbagia di Seulo ai paesaggi dell’anima” di Federica Murgia
– InformArt magazine/5 “Paesaggiooltrepaesaggio”
– 14 ottobre 2009 “Il Paese Nuovo” – “Effervescenze naturali” di Maurizio Nocera.
– Carmen De Stasio, in catalogo mostra: ”In- Colore” Lecce 2007
– Donato Corvaglia – “Petali di gioia tra pennellate di colore” –
ArteLuoghi dicembre 2006
– Toti Carpentieri, in catalogo mostra, “Paesaggi al limite
dell’astrazione” Cardigliano 2006
– Raffaele Nigro RAI 3 regione Puglia – Mostra – Elios – Agosto 2006
– Toti Carpentieri – “Elios, L’uomo, l’artista e la sua terra” – ArteLuoghi
– Rory Cappelli e Renata Mambelli, Repubblica Viaggi, mostre in Italia,
11 ottobre 2001
– Mauro Manunza, “Le nature vive di un pittore che reinventa il
paesaggio: la parabola internazionale di Luigi De Giovanni, L’Unione
Sarda – 6 dicembre 2000
– Mauro Manunza, in catalogo: “L’itinerario di un’idea” 2000
– Rory Cappelli, Repubblica Viaggi, mostre in Italia, 21 settembre 2000
– Nicola Nuti, in catalogo: “Il piacere della pittura” Firenze 2000
– Massimo Antonio Sanna, in catalogo mostra, galleria La Bacheca
Cagliari – 2000
– Paolo Levi, in catalogo: “Le vibrazioni della natura”- galleria Mentana
Firenze – 2000
– TV Toscana – (più servizi in periodi diversi)
– Un pittore sardo a Massa Carrara “Arte in Fiera”, L’Unione Sarda 08
maggio 1999
– Paolo Pais “Trenta giorni in galleria. Galleria Alberto Simula al Portico
Sant’Antonio” Sardegna oltre – Maggio 1998
– Salvatore Antonio Demuro, in catalogo: “La vibratilità del colore nella
luce” Palazzo Atzori – Paulilatino – 1998
– Tommaso Paloscia, in catalogo: “ Nei Fiori di De Giovanni Tornano i
colori del mito”- galleria Mentana – Firenze – 1995
– Antonio Penna – in catalogo mostra, Luigi De Giovanni: il Salento, la
Campagna Romana, la Sardegna, Biblioteca Comunale Tricase – 1995
– Sardegna Magazine “Luigi De Giovanni da Bari a Pisa” 6 giugno 1995
– Giuseppe Schiavone “Un mondo di colori”, Nuovi Orientamenti – 03
novembre 1995
– Maurizio Antonazzo, “ I nostri artisti: Luigi De Giovanni” Sardegna
Magazine 12 dicembre 1995
– Giuseppe Schiavone, “Un modo d’intendere la pittura” Sardegna
Magazine – novembre 1994.
– Mostra “ Scuola di Guerra” Il Tempo Civitavecchia – Venerdì 10
dicembre 1993
– Gaetano Greco, catalogo: “Un’ipotesi di lettura” – 1991
– Paolo Pais “La pittura secondo Luigi De Giovanni” Il Sassarese – 15
novembre 1991
– Paolo Pais “Le meraviglie pittoriche di Luigi De Giovanni” Sardegna
Oltre – Novembre – dicembre 1991
– Paolo Cau, “Sa lolla come galleria d’arte” Il Cagliaritano Settembre 90 – Marcello Serra, in catalogo mostra, Galleria degli Artisti – Cagliari
– Antonio Penna, in catalogo mostra, Biblioteca Comunale – Tricase
1983
– Ashtart Arte – febbraio – marzo 1981
– Maria Nigro e Mario Mangigotti, 4 pareti per 4 artisti, in catalogo
mostra galleria Arcobaleno Milano – 1980
– Elio Mercuri, in catalogo mostra galleria Studio Delta/P Roma – 1970
1989
Cataloghi personali dell’artista
2019 – Luigi De Giovanni – Presentazione di Raffaele Polo
2013 – “De Giovanni” – Presentazione critica di Rita Fasano e Antonietta Fulvio – Il Raggio Verde Edizioni
2000 “Luigi De Giovanni le vibrazioni della natura” – Presentazione critica di Paolo Levi – a cura della Galleria d’arte Mentana di Firenze – Supervisione a cura di Nicola Nuti.
1995 “Luigi De Giovanni” Presentazione critica di Tommaso Paloscia – A cura della galleria Mentana di Firenze – Artigianarte editrice s.a.s.
–1991 – Gaetano Greco, catalogo: “Un’ipotesi di lettura”
Cataloghi e libri d’arte d’ Arte
CAM n 55, Catalogo Dell’Arte Moderna Giorgio Mondadori
Itinerari Londinesi – ART ON TOUR… LONDON – Royal Opera Arcade Pall Mall Street – London
Italian Art In London – Le vie dell’arte – The Cript Gallery London 2018
– Arte Moderna anno 2016 – L’arte contemporanea dal secondo
dopoguerra ad oggi – Editoriale Giorgio Mondadori
– Catalogo della “ 1° FIERA d’Arte del piccolo Formato” Organizzazione, direzione e cura: Fondazione Logudoro Meilogu – Museo d’Arte contemporanea FLM – Banari (Sassari)
– Modular(t)e n. 4 Il Raggio Verde Edizini – Testo di Maurizio Nocera.
– Arte Moderna n° 37 – L’arte contemporanea dal secondo
dopoguerra ad oggi – Editoriale Giorgio Mondadori
– Lineart Gent 2001 Belgio
– International Arte Expo – New York 2000
– Europ’Art Géneve “L’art en toute liberté” – 2001 Svizzera
– Art International New York 1998
– Misteri dell’Uomo – Metamorfosi Della Vita – Il Prato dei Miracoli
Pisa – 1998
– Lineare Gent 1998 Belgio
– Expo Arte – Fiera Internazionale di Arte Contemporanea
Bari 1995/1996
– Arte Moderna n° 35 – L’arte contemporanea dal secondo
dopoguerra ad oggi – Editoriale Giorgio Mondadori
– Arte Moderna n° 26 Editoriale Giorgio Mondadori
– Arte Moderna n° 27 – 28 – 29 – 31 – 33 – Editoriale Giorgio
Mondadori
– Dictionary of International Biography – Twenty seventh editions
1999
– Segno Forma Colore – Il Prato dei Miracoli – Pisa 1997
– L’Arte Italiana Nell’Anno di Colombo – Istituto Ligure d’Arte
Contemporanea pag. 36 – 37
– MIART 96 – Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea – Milano
– Art Selection And Words 1995/96 – Michele Binci Editore
– MIART 97 – Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea – Milano
– Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea Città di
Firenze 1° Edizione 1997
– I Geni dell’Arte – Gli Eredi Della Cultura Artistica Europea –
Ente Europeo Manifestazioni d’Arte (E. Moro)
– Arte Oggi CIDAC Editore S.R.L. Cervia 1995
– Il Sogno d’Adamo – Il Prato dei Miracoli – Pisa 1995
– Who’s Who in International Art Editino 1994/95
– Annuario d’Arte Moderna Italiana “Artisti contemporanei” ACCA
1995/93 – 2000
– Arte 94 – 5°mostra mercato d’arte contemporanea – Padova
OSSIMORI PITTORICI PERSONALE DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI
Lecce | Fondazione Palmieri Vico dei Sotterranei Lecce 20/30 ottobre 2019 Vernissage 20 ottobre ore 19 Incursioni poetico sperimentali di Luca Nicolì
Indagare la società di oggi con tutte le sue contraddizioni, la bellezza malinconica del breve tempo dei fiori e la poesia del paesaggio che sa suscitare poetiche emozioni. Questo il concept della mostra che vede esporre l’artista specchiese Luigi De Giovanni a Lecce nelle sale della Fondazione Palmieri, in Vico dei Sotterranei, dal 20 al 30 ottobre 2019.
La mostra è organizzata da Il Raggio Verde e l’associazione “Le ali di Pandora” con allestimento dell’arch. Stefania Branca.
Presenta l’artista il giornalista ed editore Raffaele Polo curatore del catalogo “Ossimori Pittorici” edito da Il Raggio Verde. Impreziosiranno la serata le incursioni poetico sperimentali di Luca Nicolì. Ingresso libero.
Luigi De Giovanni con la sua pittura istintiva, traboccante di tracce dei percorsi del pensiero, si apre all’esterno seguendo sensazioni che muovono dal suo Io. I suoi soggetti sono i paesaggi, in quest’occasione, soprattutto del Salento dipinti nei mutamenti stagionali, i fiori recisi che dalla rigogliosità piena di speranza dei boccioli di vita lasciano cadere i petali nel tramonto dei loro giorni, le carte dove le garze suturano ferite troppo profonde e troppo spesso nascoste nei cuori delle persone che soffrono, i jeans nel loro racconto di lavoro e rivoluzione delle idee, purtroppo deluse: jeans diventati apparenza, strappati e lisi prima d’essere usati in una finzione vuota. La mostra è tutto questo: un’indagine profonda della società dove l’essere conta meno dell’apparire, dove la finzione è più vera del reale.
Basso Salento
Nell’ambito della mostra segnaliamo i seguenti appuntamenti:
Programma
Vernissage 20 ottobre ore 19
Presentazione a cura di Raffaele Polo
incursioni poetico-sperimentali di Luca Nicolì
Allestimento: Stefania Branca
24 ottobre ore 19:30
‘I Dialoghi del silenzio’ di Bruna Caroli
Dialogheranno con l’autrice Wojtek Pankiewitz, presidente di “Valori e Rinnovamento” e Simona Greco, presidente del Consultorio “La Famiglia’.
Letture: Lela D’Amato, Performer. Foto, video e regia di Ennio Rella.
30 ottobre ore 19:30
‘I Pasano’ di Federica Murgia
dialogherà Giusy Agrosì presidente Associazione culturale “ICARUS
Letture: Ambra Biscuso
Orari di apertura: tutti i giorni: 17/20:30, la mattina su appuntamento
Info: 3394038939
Testo critico
Gli ossimori pittorici di Luigi De Giovanni di Raffaele Polo
«Da dove cominciamo, con luigi de Giovanni? Verrebbe da suggerire che è importante, più che sufficiente, scorrere i suoi dipinti, le sue creazioni, per avere una esperienza esaustiva e completa di questo artista multiforme che ci impressiona con il suo linguaggio diverso ma sempre coerente in una sorta di ossimoro pittorico, De Giovanni convince e si fa comprendere sia che percorra le vie tradizionali del figurativo (i fiori, i paesaggi) sia che solleciti con l’intrigante astrattismo sia che ci inviti all’informale dei suoi ‘jeans’, messaggi espliciti di una società contemporanea anch’essa permeata di contraddizioni e nonsense.
Forse, la ricerca dell’intellettuale potrebbe essere articolata nella per nulla peregrina intenzione di scoprire a quali di questi ‘generi’ il bravo De Giovanni si senta più portato. se, cioè, nel suo intimo artistico alligni con più radicata fermezza il testimone del secolo scorso oppure se l’uomo nuovo del XXI secolo sia quello che i suoi colori, le sue composizioni vogliono annunciare.
Fatto sta che la piacevolezza riservata al fruitore dei lavori di questo artista è comunque univoca e di uguale spessore: ci si addentra negli scorci delle terre genuine del Salento e non solo, in una sorta di ‘natura universale’ ben codificata da colori e soggetti. oppure si sposta lo sguardo sulle spontanee composizioni floreali, percependo quasi il delicato, naturale odore dei fiori e delle erbe appena colte…
O, ancora, le appena abbozzate figure femminili ci fanno partecipi di una introspezione a metà tra il drammatico e l’erotico, sintetizzando esitazioni e pudori ricchi di sfumature.
Il discorso diventa più intrigante con le composizioni che utilizzano il tramite dei ‘jeans’, oggetto-simbolo di una planetaria rivoluzione del costume e della moda, indubbiamente capaci di comunicare messaggi sublimali e silenziosi soprattutto con le recenti scelte relative a strappi e tagli. come non ricordare la rivoluzione di Fontana, le sue ferite sulla tela tese a far vedere cosa c’è ‘dietro’ la tela, ancor più importante di cioè che è davanti… ma ricordiamo, così, su due piedi, le invenzioni di Enrico Bay, dedicate alla satira delle grandi uniformi militari o ecclesiastiche, campite sulla superficie con dovizia di ammennicoli, intrusioni e interventi, in un chiaro discorso dissacratorio. o, ancora, le realizzazioni con pezzi di manifesto di Rotella e, scendendo nel particolare, il materismo sempre più presente nei messaggi di tanti artisti che simboleggiano, via via nei loro lavori, le più evidenti rappresentazioni totalitarie di scritte e oggetti, sino a raggiungere i più scalmanati writer della street art, mai sazi della propria espressività mutuata da muri e vagoni di treni… con de Giovanni, le frasi, i simboli, gli oggetti-simbolo sono mutuati in un completo contesto di interventi cromatici che scuote e denuncia, ponendo l’attenzione via via sulle tematiche prescelte per lanciare provocazioni e messaggi. Un mondo pittorico colmo di pathos e movimento, che richiama, per certi versi, quello che fu il Futurismo nel secolo scorso.
Ma poi, senza parere, l’artista torna ai suoi soggetti ricchi di introspezione e, pur nella loro spesso evidente immobilità, al mondo di sogni, colori e atmosfere che lo chiamano a ripetere, ogni volta in maniera unica e particolare, quel groviglio di vegetazione o le canne palustri di un angolo di creato… per non parlare del mare, che affiora quasi a sorpresa, ad irradiare tutto il suo fascino e la sua maestosità, a riempire con toni immutabili di disponibile umanità, le tele paesaggistiche di grandi dimensioni che paiono voler abbattere qualsiasi confine pittorico, riversando sulle fiancate della struttura dipinta le proprie colorazioni, affermando con forza che non esistono, non devono esistere limiti, pastoie e argini tecnici per chi vuole rappresentare, pur se in uno spazio limitato, tutta la bellezza dell’universo.
Ancora un ossimoro: l’infinito racchiuso in uno spazio finito.
Ma quanta abile professionalità, frammista alla poesia di un animo sensibile, in queste fresche composizioni che coinvolgono appieno con la loro presenza e testimoniano la grande capacità affabulativa di de Giovanni.
Non è facile, in realtà, decifrare completamente i meccanismi che l’artista di specchia ci sottopone, quasi senza parere e ci lascia lì, guardandoci di sottecchi, attento ma con aria indifferente, quasi a scusarsi per ciò che ci sta mostrando. ma quei soggetti, quei colori entrano profondamente nel nostro animo, riescono a coprire ed annullare le ombre e le mostruosità che spesso vogliono annientare il senso positivo dell’arte, e intendono donarci pace, cultura, sicurezza nel sentimento e nella poesia. ecco allora, come per miracolo, che il caleidoscopico mondo pittorico di Luigi De Giovanni diventa una medicina miracolosa, un vero e proprio rimedio all’indifferente trascorrere di grigie quotidianità, ravviva- te spesso solo dall’indossare uno scolorito jeans…
No, i jeans di Luigi sono coloratissimi e ricchi di umore e sapore.
i suoi messaggi sono pieni di fascino e intenzione positiva.
Il suo sguardo sereno e pacato è proprio lì, nei suoi quadri, nelle composizioni che, in maniera diversa ma sempre efficace, si susseguono in una infinita galleria di Bellezza e sapienza.»
Scheda
Titolo: Ossimori pittorici
Artista: Luigi De Giovanni
Inaugurazione: 20 ottobre ore 19
Dal 20 al 30 ottobre 2019
Presenta la mostra il giornalista ed editore Raffaele Polo
Allestimento dell’Arch. Stefania Branca
Incursioni poetico sperimentali di Luca Nicoli
Luogo: Fondazione Palmieri, vico dei Sotterranei Lecce
Orari di apertura: tutti i giorni: 17/20:30, la mattina su appuntamento
Info: 3394038939
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo 21A e Studio 22 Piazza del Popolo 22 – Specchia (LECCE) – cell. 3292370646
Luigi De Giovanni
Rosso papavero
A cura di: e20cult – Il Raggio Verde Ed.
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo, 21A
Studio 22 Piazza del Popolo, 22 Specchia (Lecce)
Inaugurazione mostra 11 ottobre ore 10.30
Giornata del contemporaneo 12 ottobre 2019, per l’occasione, apertura dalle ore 10.00 alle 12.00 – dalle 17.00 alle 20.00.
Evento collaterale per la Giornata del contemporaneo: Reading poetico letterario – 12 ottobre ore 18.30
Saluti dell’Amministrazione
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Rosso papavero di Luigi De Giovanni.
Avventurarsi nei campi di papavero per renderli pittoricamente è stato per l’artista emozionante e travolgente. Ha trovato i fiori, accostati l’un l’altro quasi per farsi coraggio nella loro fragilità, che si piegavano alle lievi brezze, li ha inseguiti con pennellate istintive che miravano a fissare atmosfere e non forme, tingendo di rosso le tele con rimandi poetici a significati profondi di guerra, di morte ma anche di conforto. L’artista, in queste opere dipinte con istintività nei capi arrossati, pennellata dopo pennellata ha colto i fiori rossi nella loro bellezza e caducità e nell’inquietudine di antichi dolorosi significati. De Giovanni, con pennellate rapide e pastose, ha segnato i profili delle distese caratterizzate dalle sfumature che tingevano le campagne o le composizioni. Composizioni di fiori semplici, recisi, cercavano di mantenere la naturalezza mentre raccontavano di vita che li abbandonava. I boccioli della forza d’esistere coraggiosamente si aprivano pieni di speranze per reclinarsi poi in un abbandono di morte. Per la giornata del contemporaneo, l’artista realizzerà un’installazione che includerà le opere alle pareti e petali di carta dipinti di rosso, d’un rosso che strariperà per finire su fogli accartocciati e disposti a caso sul pavimento: a caso come i fiori caduti in guerra.
Federica Murgia
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo 21A e Studio 22 Piazza del Popolo 22 – Specchia (LECCE)
GALLERIA D’ARTE MENTANA
Via della Mosca, 5r – FIRENZE
ORIZZONTI CONTIGUI
Rassegna di Arti visive Contemporanee 2018 – 2019
A cura di
Giovanna Laura Adreani, Art Director
OPENING
Galleria d’Arte Mentana
Venerdì 14 Dicembre dalle ore 18.00
OPENING
Borghese Palace Art Hotel
Sabato 15 Dicembre dalle ore 19.00
ORIZZONTI CONTIGUI è il titolo della rassegna che verrà allestita nella città di Firenze nel periodo Natalizio. La mostra si estenderà su due prestigiosi spazi espositivi che, pur differenti tra loro, sotto il profilo della finalità, riescono a dialogare in nome dell’arte.
La storica Galleria d’Arte Mentana e il prestigioso Borghese Palace Art Hotel, struttura ricettiva quattro stelle, in questa occasione ospiteranno opere di artisti internazionali attentamente selezionati.
In questo modo il tempo e lo spazio si dilatano all’infinito inseguendo pensieri, colori e forme che, in fughe metaforiche, riportano al dialogo, per condurre un viaggio interiore ad un percorso espositivo che descriva puntualmente le tendenze artistiche contemporanee. Il clima si fa suggestivo e i cambiamenti repentini riescono ad esaltare l’omogeneità spirituale dell’intento delle due esposizioni.
Giovanna Laura Adreani – Art Director
ARTISTI IN MOSTRA
Francesca Coli, Salvatore Magazzini, Bianca Vivarelli, Luigi De Giovanni, Julie Redivo, Rosario Bellante, Audrey Trani, Camilla Vavik Pedersen, Daria Gravilina, Carla Castaldo, Roberto Loreto, Wilma Mangani, Giampaolo Talani, Sergio Benvenuti, Salvatore Fiume, Mario Schifano, Riccardo Licata, Piero Dorazio, Ugo Nespolo, Emilio Tadini, Vittorio Tessaro, Antonio Corpora
Galleria d’Arte Mentana – Via della Mosca, 5r – Firenze
Borghese Palace Art Hotel – Via Ghibellina, 174r – Firenze
Telefono +39 055 211985 Fax + 39 055211985 – 335 Cell. + 39 3351207156
www .galleriamentana.it
galleriamentana@galleriamentana.it
A cura di: Federica Murgia – e20cult – Sutta Le Capanne du Ripa
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo 21A e Studio 22 Piazza del Popolo 22 Specchia Lecce
Apertura Mostra:
13/10/2018 ore 10:00
L’evento è organizzato in occasione della 14 giornata del contemporaneo promossa da AMACI
e20cult – Sutta Le Capanne du Ripa
13 /25 ottobre 2018
Allestimento: Architetto Stefania Branca
Il silenzio della solitudine porta l’artista a riannodare i fili dei suoi pensieri per ancorarli nella memoria e farli riemergere nel momento creativo in climi che raccontano dialoghi interiori: angosce esistenziali o ricerca di sprazzi di aspettative che necessitano d’essere fissate per uscire dai tormenti. Grovigli di sensazioni s’incrociano in racconti che trovano le linee conduttrici in garze che, ricoprendo antichi intrecci di canapa o fili del ricordo, suturano le ferite del tempo che ha deluso i sogni. Per l’artista la ricerca dell’Io si fa urgente in pennellate e segni che vogliono ammantare lo smarrimento creato dagli eventi. Così i fogli si riempiono di filati e colori: di storie che sgorgano accavallandosi e saldandosi precipitosamente sino trovare la conclusione in una catarsi che porta Luigi De Giovanni a sprofondare nei meandri dei suoi turbamenti per ritrovarsi in sensazioni di pacato rasserenamento e di sottile gioia di vivere. I racconti si librano e i fogli prendono vita su stenditoi che attraversano lo spazio seguendo il ritmo di una brezza di speranza che va oltre il tempo per dare, finalmente, voce al silenzio della solitudine.
Attività collaterali
Alle ore 18:30 Reading poetico–letterario, degli autori de “Il Raggio Verde Edizioni, sul tema della solitudine.
La storica galleria d’arte Mentana,opera nel cuore del centro storico di Firenze, nell’omonima piazza tra il Ponte Vecchio e la galleria degli Uffizi. Oltre ad interessarsi di artisti storicizzati, la galleria si occupa in particolare di promuovere e divulgare nuovi talenti dell’arte contemporanea. in questa particolare occasione indetta dalle 12 gallerie associate ANGAMC di Firenze e Prato, che prevede un’intera giornata dedicata all’arte moderna e contemporanea, ho il piacere di presentare due giovani artisti emergenti, Alberto Cecchini e Ghenadie Popic, ai quali faccio i miei più vivi auguri,
Art Director, Giovanna Laura Adreani
Interno saletta
Ghenadie Popic
Vista sull’Arno dal Ponte Vecchio, fotografia digitale Firenze, luogo contemporaneo capace di mutamenti nelle strade anguste e tortuose come all’epoca del Boccaccio, le vie di notte non più invase dall’ arroganza dei motorini diventano vivibili, borghigiane, Firenze svela la sua sapiente piccolezza e la statura del villaggio si riapre insieme alla sua grazia.
Firenze è una commistione incredibile di dottrina e di malizia dialettale.
Mi muove la fantasia questa città occulta, notturna, un agglomerato che nei secoli era destinato ad uscire dal sottosuolo, diventare una delle grandi città del mondo, ma prima, nella secolare infanzia, Florenzia, questa città che quasi non esiste nei testi e nei documenti latini è una città che sotto il suo splendore visibile nasconde secoli di arguto silenzio.
Alberto Cecchini
“Avvalendosi degli strumenti che la psicoterapia della gestalt utilizza per l’indagine, l’autoapprendimento e l’incontro tra luoghi interni e luoghi esterni, l’artista e Psicoterapeuta Alberto Cecchini, svolge un lavoro di consapevolezza dell’individuo attraverso un viaggio nel Sé che diventa arte e, in quanto arte, specchio del proprio mondo che si trasforma e si libera, rendendo all’opera i colori, le forme e la concretezza di un incontro scelto autenticamente.”
Il chiosco sul mare olio su tela cm 100×70
Orario: 11.00/13.00 – 16.30/19.30
Domenica e Lunedi mattina chiuso
Sabato mattina su appuntamento
La mostra sarà visitabile fino al 6 novembre 2014
Nell’ambito di:
12×12 Gallerie
In-Contemporanea
The National Association of Modern and Contemporary Art Galleries hosts a 12-hour art event on Saturday, October 18 that runs from 12 p.m. until 12 a.m. and extends across 11 galleries in Florence and Prato.
12×12 Gallerie In-Contemporanea is dedicated to sharing modern and contemporary art for a day by offering art lovers and collectors the chance to visit the diverse exhibitions showcased by each gallery.
Con il Patrocinio del comune di Specchia, l’Associazione Culturale “e20cult “ e la Casa Editrice “Il Raggio Verde SRL” presentano le personali in collettiva “Forme e colori dello spirito”. L’evento partecipa alla “Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, giunta alla decima edizione”
“Forme e colori dello spirito”
Inaugurazione: 10 ottobre ore 18,00
Saluti da:
Rocco Pagliara – Sindaco di Specchia Giorgio Biasco – Assessore alla Cultura Dott. Maurizio Antonazzo – Giornalista – (presenta la serata) Federica Murgia – Presidente dell’Associazione Culturale “e20cult” sezione di Specchia Dal 10 al 18 ottobre
L’Associazione Culturale “e20cult” e la casa editrice “Il Raggio Verde SRL” in collaborazione con il comune di Specchia che ha concesso il patrocinio e l’uso gratuito del Castello Risolo, in piazza del Popolo, promuovono una mostra di personali in collettiva dal titolo “Forme e colori dello spirito”. L’esposizione avrà inizio il 10 ottobre e chiuderà il 18 ottobre, aprendo tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 21,00. Nella Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, giunta alla decima edizione, 11 ottobre 2014, la mostra rimarrà aperta dalle ore 10,00 alle 12.00 – dalle 16,00 alle 21,00. Nella stessa giornata, nella sala conferenze del Castello Risolo, si terranno degli incontri, dove gli artisti e gli esperti d’arte discuteranno di ’”arte e dei luoghi dell’arte”. Ciascuna sala del Castello Risolo di Specchia si animerà dei racconti delle opere di artisti che, pur esprimendosi con diversi linguaggi dell’arte, riescono a far emergere il loro spirito e il loro personale modo di avvertire il mondo e le vicissitudini della vita. Per l’occasione ci saranno personali di: Ute Bruno, Mimmo Camassa, Luigi De Giovanni, Kristine Kvitka, Laura Petracca, Andrea Ritrovato, Roberto Russo, Ada Scupola, Gianni Scupola.
L’esposizione, occasione per la partecipazione alla decima edizione della Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, servirà anche a far conoscere l’edificio quale location espositivo.
Inaugurazione: 10 ottobre ore 18,00
Sabato 11 ottobre 2014, Giornata del Contemporaneo,
dalle ore 10:00 alle ore 12:00 – dalle ore 16,00 alle ore 21,00
La galleria d’arte Mentana di Firenze, dà inizio alla nuova stagione
espositiva con questa importante mostra dal titolo “Individuazioni Internazionali”.
La rassegna è curata dalla direttrice artistica Giovanna Laura Adreani ed ha come obiettivo la presentazione di artisti contemporanei di culture e provenienze geografiche differenti, che hanno in comune i fermenti e le innovazioni delle arti visive contemporanee. In parallelo alla rassegna Individuazioni, il giorno 11 Ottobre, la galleria Mentana parteciperà alla Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, associazione dei Musei Italiani, che coinvolgerà 26 spazi museali del nostro territorio. Questa occasione farà si che le opere in mostra siano motivo di segnalazione nell’ambito museale e del relativo data base del comitato scientifico.
Art director, Giovanna Laura Adreani
Artisti: Spazio Galleria (interno galleria)
Paco Seoane (Spagna)
Eva Sánchez Benítez (Spagna)
Frank Sisca (italia)
Fanny Horowitz (israele)
Irene Papini (italia)
Jack Ronnel (israele)
Alessandro Mattia Mazzoleni (italia)
Hilda Vidal (Cuba)
Artisti: Interno Saletta
“Saletta Mentana”
LUIGI DE GIOVANNI (Italia)
FRANCESCA GUETTA (Italia)
Norma DURE’ (Argentina)
MARIA ZASlAVSKAYA – ElENA PRIMASHOVA (Russia)
GIAMMARCO AMICI (Italia)
MARGARET KARAPETIAN (Iran – Italia)
ANNA LUISA ROMA (Italia)
La mostra sarà visitabile nei seguenti orari: 11.00/13.00 – 16.30/19.30
Un’installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Dal 05/10/2012 al 14/10/2012
Dalle 10:30 alle 20:30
Evento organizzato da Il Raggio Verde eventi d’arte (Lecce), in collaborazione con la Galleria d’Arte Mentana di Firenze, in occasione dell’8° Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana: Sabato 6 ottobre 2012.
Allestimento: Arch. Stefania Branca
Luigi De Giovanni
Rivoluzione
L’evento “Rivoluzione” è un momento di denuncia dei drammi dell’umanità auto provocati dall’uomo accecato dall’egoismo e dalla sete di potere. Il concetto è narrato da trentasei tele bianche che interpretano la parola “pace” e da un bidone diventato mastello contenente una melma rossastra, rigirata con un grosso bastone dai visitatori.
Il titolo dà un’idea del sogno che nel tempo ha mosso i popoli che chiedevano d’esistere e che è diventato spesso incubo e tomba dove è seppellito con la giustizia e la fiducia nell’avvenire. Ora non bastano le solite parole che hanno animato gli ideali, troppo spesso crollati il giorno dopo… quel giorno che doveva essere della pace, a giustificare la partecipazione a rivoluzioni vuote come le tele bianche che sperano d’essere colorate da un’ispirazione felice.
Le tele bianche, dove neanche un artista ha voluto dipingere, si animano dalla parola “pace” presagendo venti di dolore. Dolore per un lavoro che manca, per la giustizia che non vede applicati i suoi principi, per la libertà condizionata dai poteri, per gli animi feriti nella speranza: l’oggi è triste, il domani appare minaccioso.
Nel mastello, interprete della terra, si avvertono i fermenti della ribellione contro i soprusi e i gioghi che hanno privato le persone della dignità del lavoro, della libertà, dell’uguaglianza: miraggi infranti che, spesso, hanno precipitato interi paesi in climi medievali. Le mani tengono ben fermo il bastone del potere che nel rimestare forma bolle e grumi minacciosi che si gonfiano sino a esplodere in rivolta incontrollata, essendo venuta a mancare la speranza di cambiamento. È il mastello, vecchio bidone arrugginito e sporco, che nei segni del tempo racconta tristemente di dura fatica mai ricompensata adeguatamente e di sfruttamento doloroso.
Il bastone, sporcato dall’egoismo e dall’arroganza, racconta dei potenti diventati prepotenti senza scrupolo che non si curano delle istanze di quel popolo fiducioso che gli ha scelti.
Un’installazione e una performance che servono a Luigi De Giovanni per raccontare della povera gente che, pur avendo vissuto la rivoluzione, non conta nulla nella scacchiera di quei pochi potenti che ne decidono, “rimestando” di continuo nel mastello del mondo, le sorti.
Il gesto partirà da un grande bidone, riempito di un denso liquido rosso scuro, situato al centro dello studio con dentro il bastone che servirà a rimestare: l’azione verrà fatta dai visitatori e le poche persone, che riusciranno a usare il “bastone” del potere, rimestando simboleggeranno i potenti che incuranti dei diritti dei poveri, si spartiscono le ricchezze sino a ridurre interi popoli alla fame. Nel pavimento, ricoperto da polveri bianche schizzate di rosso vermiglio e da ombre di colore tetro, si avvertiranno le tracce di rivoluzione anche osservando l’implorazione delle trentasei piccole tele (cm 20×20 ciascuna) che esalteranno la forza delle idee di pace che, purtroppo, svaporano in violenza che si diffonde coinvolgendo sempre più persone del popolo perse nel vuoto: un vuoto che porta molto spesso “dalla padella nella brace”.
La galleria Mentana di Firenze, in prossimità delle feste natalizie, come ogni anno, il giorno 16 dicembre 2023 dalle ore 17,00 alle ore 20.00 terrà l’opening di “Orizzonti Contigui” Rassegna di Artisti Internazionali che animerà lo spazio sito nel cuore di Firenze, in via della Mosca, 5.
Orizzonti Contigui
Attraverso le opere in mostra è possibile immergersi nelle descrizioni di pensieri, idee e sensazioni che danno luogo al mondo degli artisti presenti che, nella realizzazione delle opere, hanno trovano l’occasione per avventurarsi nelle sfaccettature della natura fatta di paesaggi e di atmosfere, per ritrovarsi nel mondo della fantasia o nelle problematiche dei percorsi dell’uomo, fino ad attraversare riflessioni o sogni che muovono dall’Io o dalla religiosità. Colori, pennellata e percorsi capaci di trasmettere il mondo della bellezza e delle contraddizioni dell’uomo che è sempre alla ricerca di quei valori che danno senso alle opere di questa bellissima rassegna artistica.
L’evento sarà anche occasione per scambiarci gli Auguri di Natale.
Artisti presenti in Mostra:
Eva Breitfuss – Audrey Traini – Lis Engel – Giancarlo Cerri – Aldehy – Bianca Vivarelli – Krasimir S. Marinov – Eileen Herres – Valerio Tanini – Tina Hliblom-thibblin – Camilla Vavik Pedersen – Patrizia Pepe – Luigi De Giovanni – Salvatore Magazzini – Anna Lapshinova
Galleria d’Arte Mentana
Arte Moderna e Contemporanea
Via della Mosca, 5r 50122 Firenze (Italia) Telefono/Fax: +39 055 211985 Cellulare: +39 335 1207156 Email: galleriamentana@galleriamentana.it
Luigi De Giovanni con la pizzica, pennellata dopo pennellata, riesce a catturare l’anima, l’Humus e il Genius di un ballo che racchiude in sé la spiritualità del Salento.
La mostra partecipa alla 19 “Giornata del Contemporaneo” indetta da AMACI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani
7 ottobre 2023 – ore 9.00/12.00 – 17.00/21.00
SCHEDA TECNICA
Mostra:
Luigi De Giovanni
Titolo:
Con la pizzica, pennellata dopo pennellata, riesce a catturare l’anima, l’Humus e il Genius di un ballo che racchiude in sé la spiritualità del Salento
Spazio d’Arte
Studio 22 – Piazza del Popolo, 22 Specchia (LE) 73040
Partecipazione
19° Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci che si tiene il giorno 7 ottobre – orario Giornata del Contemporaneo: ore 9.00/12.00 – 17.00/21.00
Apertura
Ore 9.00/12.00 – 17.00/ 21.00
Durata
Sino al 19 ottobre
Sede:
Studio 22 piazza del popolo 22 – specchia (lecce), 73040
Il ritorno alle origini, ai suoi luoghi, al suo Io e all’humus che l’ha nutrito, è diventato per Luigi De Giovanni un’urgenza, non solo pittorica, che l’ha travolto riportandolo a amar ancor di più la sua cultura, la sua terra, allo stesso tempo ad un’immersione nella riscoperta di quel Genius Loci che pare ogni volta suggerirgli le tracce e i colori che prendono forma sulle sue tele. Colori che l’artista fa emergere con toni cupi e a volte angoscianti e che riportano a prima dell’emigrazione, della presa di coscienza dei salentini d’essere persone e non mani e braccia da sfruttare: colori che descrivono il rifugio nelle tarantolate dove, ballando freneticamente sino allo sfinimento, emergeva un sentimento di dolore nascosto d’apparente divertimento con la pizzica. Così l’artista inseguendo i suoi pensieri e il suo inconscio si ritrova a percorrere sulle tele le linee di movimenti ancestrali che, al rullar di tamburelli, scaturiscono quasi spontanee dai corpi travolti dal ritmo che fa interpretare la musica che ha accompagnato gli antenati. Nel rullare frenetico e nei canti che san di rituale è la danza che, diventa più intensa e capace d’interpretare sentimenti, turbamenti e dolore, si fa catarsi di antiche storie di fame, dolore e sofferenza. Nei corpi che si curvano, s’inseguono, s’innalzano in movenze allusive c’è il racconto che l’artista ha voluto fissare con ampie e significative pennellate dove si intuisce la mestizia di una dolorosa malinconia. Per lui è stato importante cogliere un gesto, un assolo saltellato e accompagnato da gesti abbraccianti di scialli, diventati protagonisti di allusioni e giustificazioni mimiche. Il corpo della donna in queste opere racconta di esorcismi, di rituali terapeutici e credenze popolari, di dolore e d’abbandono al ricordo di quella fame che aveva morsicato lo stomaco dei poveri prima degli anni sessanta, ma soprattutto d’amore per una terra e una cultura che sa stupire. Nella sua ricerca fra le note, i movimenti e i passi della pizzica De Giovanni si fa travolgere da un rimando ai tempi moderni che vedono le piazze salentine infervorate da pizziche pazzesche che superano quel significato intimo e doloroso del passato per diventare puro divertimento e gioia. L’artista sceglie di riprendere le scene descritte nei paesaggi facendo delle aie, che accolsero i frutti del lavoro, luogo di memoria, di evocazione ma anche di gioia. In alcune opere è evidente il passo zoppicante della pizzica diventata armonia negli svolazzi delle ampie gonne tenute con grazia, nei fazzoletti divenuti provocanti ed invitanti e nei gesti dei corpi flessuosi che inchinandosi, avanzando o indietreggiando descrivono storie di corteggiamento o dolore. De Giovanni sceglie di cogliere alcuni tratti e spesso ha tralasciato i piedi perché se è vero che si danza con i piedi e altrettanto vero che è il corpo a raccontare: a ricordare sensazioni e spiritualità. Lui si concentra sulle accennate linee suggerite da corpi femminili che esaltano le memorie ataviche che ancora vogliono prendere forma e colore così, pennellata dopo pennellata, riesce a catturare l’anima, l’humus e il Genius di un ballo che racchiude in sé la spiritualità del Salento.
Riflessioni sulla Tragedia a Specchia Quando ho iniziato a frequentare Specchia, sin dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso, ho sentito parlare dell’eccezionale evento della Tragedia che veniva rappresentata ogni quindici anni, grazie all’impegno di molti cittadini che si calavano nelle varie parti interpretandole con fede, fervore e con i mezzi stilistici e tecnici che si avevano a disposizione. I cittadini, attori dilettanti, venivano così investiti dall’alto compito di far cogliere al pubblico il significato del sacrificio di Gesù al fine della salvezza degli uomini. Ho sentito i racconti dell’espressività genuina e partecipata riguardanti alcuni attori che nelle vesti di Lucifero e dei diavoli tuonavano con voce potente nell’interpretazione dei progetti maligni assegnati dal ruolo; fiamme infernali create con luci rosse che si innalzavano a dare maggiore credibilità alla scena: in questo senso mi ha molto incuriosito l’uso di polvere di pece, lanciata sapientemente sul fuoco, per creare fiammate infernali. Ho conosciuto Valeria Polimena, una gentile signora, che mi ha raccontato di quando interpretò l’angelo volante dopo essere stata ancorata con delle corde, grazie ai marchingegni fatti di sana pianta da suo padre, che la fecero arrivare dall’alto nella scena proprio nel momento opportuno. Mi hanno narrato del palco creato di volta in volta con precisione dagli artigiani del paese che, con strumenti rudimentali, facevano miracoli sino a fabbricare fondali e quinte, dipinti con cognizione, che scorrevano puntualmente al momento programmato, dando pienamente l’idea della scatola scenica che diventa il palco nelle rappresentazioni teatrali. Ho ascoltato i racconti sulle varie e differenti interpretazioni del tradimento di Giuda che lo condurrà alle terribili pene dell’inferno, sull’opportunismo di Caifa, del sinedrio e di Ponzio Pilato, sulla cattiveria del cieco Longino e del centurione che poi si pentirono confidando nell’infinita misericordia di Dio sino a professare la fede con umiltà sulle tre donne così partecipi che pareva avvertissero profondamente il dolore e piangenti si disperavano seguendo Gesù: fra loro emergeva chi si calava nelle vesti di Maria in tutta la sua sofferente maestà di madre addolorata. Gli attori interpreti dilettanti di Gesù, l’Agnello Sacrificale, erano così convinti che nella recitazione trovavano in loro la fede che li portava al dolore dell’Uomo figlio di Dio rassegnato alla volontà del Dio Padre per far dono agli uomini del perdono e della salvezza. I racconti e i giudizi sulle interpretazioni della meschinità del Sinedrio e di Ponzio Pilato che amministravano la giustizia nell’ingiustizia e nell’egoismo sino alla condanna di Gesù. Mi avevano raccontato che il testo originale, risalente all’ottocento e rappresentato nel 1838 per la prima volta, essendo troppo lungo e molto impegnativo, venisse suddiviso e rappresentato in due giorni, questo fece sì che fosse adeguato e ridotto per poter fare in modo che tutto si rappresentasse in circa tre ore. Ringraziando la Pro Loco, il Comune di Specchia e Temenos, il regista e tutti gli attori e i tecnici, finalmente, dopo aver ascoltato i racconti e i giudizi delle edizioni più recenti, ho avuto la fortuna d’assistere e vivere “La Tragedia”.
Sapevo che sin da ottobre un gruppo di persone, sotto la guida del perfetto regista Marco Antonio Romano, era impegnato nella preparazione dell’edizione 2023 della Tragedia di Specchia. Curiosa come non mai ho avuto il piacere di seguire una delle ultime prove che mi ha predisposto molto positivamente a voler assistere, nonostante il freddo intenso, alla bellissima edizione di quest’anno. Mentre seguivo, molto interessata, immaginavo le preoccupazioni degli attori e di tutti gli operatori, le ansie per le possibili défaillance o per il mal funzionamento dei mezzi tecnici ma niente d’importante, che potesse pregiudicare la buona riuscita della rappresentazione, si è verificato. Qualcuno, ricordando le edizioni passate, può aver sentito la mancanza di scenografie conosciute ma a me tutto è apparso meravigliosamente bello. Infatti, pur non essendoci il classico allestimento scenico e la tanto amata fiammata infernale, ho molto apprezzato questa edizione perché il gioco di luci rendeva il clima molto attinente e giusto: quasi magico. La rappresentazione viene annunciata da un sottofondo musicale e dal coro, sotto la direzione di Deborah De Blasi, Claudia Procula solo voce, che suggeriscono una malinconia e una dolcezza inusitata. Un violino pare voler accentuare queste mie sensazioni. L’attesa comparsa di Lucifero, maestoso principe degli inferi, ci mette davanti alla bravura di un molto convincente Santino Giangreco che recita con sicura dizione e competenza. L’arrivo di Giovanni Santoro nelle vesti di Astarot e di Enza de Rinaldis in Asmodeo hanno evidenziato i progetti maligni in un’interpretazione perfetta, con balzi, movenze e toni di voce a volte alti e aggressivi che calavano per segnare maggiormente le intenzioni. La scena, esaltata da luci capaci di suggerire climi infernali, è coerente con l’intenzione del testo. Quest’atmosfera mi ha fatto pensare ai racconti riguardanti le precedenti edizioni dove proprio a questo punto molti bambini terrorizzati piangevano promettendo d’essere buoni al fine d’evitare le fiamme infernali: non so se i bambini di oggi siano ancora così timorati. Le preoccupazioni di una intensa e amorevole Maria sono rese dalla capacità di Laura Boccadamo di appropriarsi della parte e di rivolgersi al figlio Gesù, un Luigi Ricchiuto sublime, sapendo dar espressività al momento di drammaticità e sentimento che si stava vivendo. Nell’efficace interpretazione di Giuseppe Giangreco il discorso di Giuda, che ascolta l’insinuante e persuasivo Astarot, mi fa pensare all’attualità dove pare che solo la ricchezza abbia importanza e per questa si è disposti a tutto. La rappresentazione si fa sempre più denuncia delle debolezze degli uomini che spesso esercitano la giustizia nell’ingiustizia come nel sinedrio (Enzo Pizza, Gianfranco Masciali, Franchino Caloro, Franco Pizza, Nicola Baglivo il cui sforzo per migliorare la sua dizione e nel calarsi nell’apostolo Raban ha dato buoni risultati in scena e infatti ha mostrato d’aver completa padronanza della parte e atteggiamento e recitazione consona, Alessio Giuliano, Tommaso Fiorentino). Un altero Caifas (Alberto Branca) fa pensare alla paura di perdere il potere, agli errori di valutazione che ancora oggi capitano per opportunismo, interesse o superficialità: anche nella tragedia emerge questo e infatti a nulla sortisce la difesa di Gesù fatta da Giuseppe D’Arimatea, l’espressivo Fernando Branca. Infatti Caifas, sollecitato dalla maggior parte dei sacerdoti che vogliono la morte di Gesù, ne comanda al centurione l’arresto. Il centurione, un deciso e imperioso Giorgio Biasco, dà disposizione ai soldati affinché vengano eseguiti gli ordini del gran sacerdote. A palazzo c’è aria di intrigo infatti il centurione e Giuda contrattano il tradimento. I trenta denari, d’argento, risuonano mentre passano di mano e il che ci riporta ai nostri giorni dove nella società dell’apparire facilmente per soldi si compiono le peggiori iniquità. Si battono i denti per il freddo ma la rappresentazione prosegue e gli attori, che appaiono convincenti e sicuri nei ruoli, si muovono senza titubanza nello spazio scenico minimale: creato con elementi essenziali e luci significative. L’ultima cena, in piedi come nei moderni buffet, è molto convincente e di grande intensità, sublime è il momento in cui Gesù spezza il pane alzando le braccia al cielo divinizzandolo nel più grande significato del corpo di Cristo. L’angelo, Ilenia Brugnara, appare amorevole nel parlare a Gesù che nello scoramento è conscio di dover accettare il calice amaro che lo porterà all’eterna vittoria. I tradimenti son compiuti e il perfido diavolo trama per la salvezza di Gesù e l’albero, quasi minaccioso, incombe sul traditore Giuda un perfetto, nell’interpretazione, Giuseppe Giangreco che sino alla fine si è calato negli stati d’animo della perdizione. Sublime è stato il discorso, intriso di profonda emozione, che fa Gesù ai suoi discepoli facendo si che Luigi Ricchiutto emerga come attore consumato capace di affrontare una parte dove gli stati d’animo sono alla base del ruolo. Che dire poi dei tradimenti quasi annunciati negli atteggiamenti dell’interpretazione di un insicuro e titubante Pietro, reso nel migliore dei modi da Giuseppe Antonazzo o del mite Giovanni, che Luigi Pecoraro fa rivivere in modo eccellente, stando sempre vicino a Maria che pare soffrire realmente per il supplizio patito da Gesù addolorato che preconizza tradimenti ed eventi. Nella scena cinque dell’atto secondo le tre donne recitano in modo esemplare ed emerge il dolore di una madre che cerca giustificazioni e implora rivolgendosi a Giuda, a Giovanni e a Pietro mentre Maddalena e Marta, che hanno due perfette interpreti in Ilaria De Giorgi e Sonia Cardigliano, cercano di consolarla esortandola alla rassegnazione. In questa accorata scena troviamo il dolore di ogni mamma che deve accettare la perdita del proprio figlio. Intanto un incerto Pietro, che rinnega Gesù, si rivolge a Samuele, un Luigi Musio che riesce ad essere convincente e sprezzante al pari di Ancilla, Maria Teresa Panarese e Malco, Francesco Giunca, tutti sempre all’altezza del ruolo. Giuda ragiona e riflette sul suo tradimento e nel dialogo con Asterot viene fuori una coinvolgente scena di teatro d’alto livello perché i due interpreti danno l’anima per essere persuasivi e calarsi nei ruoli. Nel dialogo di Pietro con Asmodeo i due interpreti sanno far cogliere la perfidia sottile del diavolo che riesce a creare incertezze nel già titubante traditore Pietro che fa avvertire il pentimento, il senso di colpa e la disperazione. Una scena dinamica che viene esaltata dalle luci dirette con molta precisione ad evidenziare con efficacia un’atmosfera campestre. Nella città ,intanto, Giuda, colpevolizzato dall’insidioso Asterot, paventando la triste sorte che lo aspetta, è un Giuseppe Giangreco che riesce ad essere sempre sul testo in modo impeccabile: trasmettendo al pubblico ripensamenti, dubbi e preoccupazioni per l’atto che si accinge a compiere. Una scena drammatica dove i due magnifici attori sanno calarsi nel migliore dei modi nei personaggi sino a rendere gli stati d’animo e la situazione di Giuda, prigioniero delle trame diaboliche, veramente convincenti. Nella reggia, Francesco Corchia che interpreta Pilato appare realmente sicuro nel ruolo che lo porta a condannare Gesù, nonostante i suggerimenti di Asterot, un sempre bravissimo Giovanni Santoro che ha saputo recitare con convinzione, come vuole il popolo sobillato dai sacerdoti e come espressamente chiesto dal Centurione, interpretato da Giorgio Biasco in grado di calarsi perfettamente nell’essenza del personaggio mostrando fermezza anche nell’immedesimarsi nelle vesti d’un cattivo soldato che è capace però di non cedere ai consigli di Asterot. Giorgio è stato puntuale in ogni momento della sua parte, simulando il pentimento e la rinuncia agli agi del suo stato che solo la misericordia di Dio sa significare. Nello spazio della scena le luci, i costumi e i simboli ci conducono alla Reggia dove ha inizio il supplizio di Gesù e qui che la capacità di Luigi Ricchiuto diventa espressività pura nel raccontare gli eventi. Giovanni in uno struggente monologo occupa tutta la scena seconda dell’atto quarto e qui Luigi Pecoraro dà il massimo. I climi cambiano e il dolore di Maria, che assiste alla mortificazione del figlio, è così reale che fa di Laura Boccadamo un’attrice abile nel calarsi nel dolore e nei sentimenti sino a far percepire la santità della Madonna madre di tutti. In lei ho visto grande attitudine interpretativa e soprattutto la rappresentazione della sofferenza accettata di una madre vera. La madre di tutti ha avuto con lei un’espressività coinvolgente e attinente alle esigenze del testo. Un essenziale, ma d’una bellezza struggente, calvario, giusto nell’atmosfera, è reso con una croce priva d’ogni orpello dove Gesù di Luigi Ricchiuto, vestito con una leggera e corta tunica bianca, ci trasmette il dolore e il senso del perdono. Qui il cieco Longino è interpretato da Silvano Maisto che riesce con convinzione ad esprimere rabbia e cattiveria nel colpire Gesù, subito dopo, è capace di calarsi, in modo convincente, nel pentimento di chi, miracolato, si converte sino a vivere la fede con amore palesando la grandezza della misericordia di Gesù. Vorrei scrivere tanto sulle sensazioni trasmesse dall’infreddolito e sofferto Luigi Ricchiuto nelle vesti di Gesù in croce deriso e umiliato. Luigi ha dato una grandissima prova calandosi nella sofferenza e nella misericordia, che ha emozionato e coinvolto tutti i presenti. L’intonazione delle sue angosciose parole è stata così coinvolgente che ha commosso gli spettatori capaci di un lungo e sentito applauso che riporta alla festa di risurrezione. Ho ascoltato ed apprezzato la poesia e la dolcezza del canto di Roberta Branca, interprete della Veronica, che asciuga amorevolmente Gesù con il panno di lino. Mi ha incuriosito parecchio Ilaria De Giorgi nelle vesti di Maria Di Magdala perché anch’io ho avuto la ventura di posare per Luigi De Giovanni quando fece un’opera sulla Maddalena al santo sepolcro. Ho visto le ansie di Ilaria e ho ricordato le mie, ho visto il suo amore per Gesù e mi sono rivista stanca della lunga posa e poi triste quando l’opera venne venduta al prezzo giusto o meglio per me svenduta perché ritenevo che quell’opera bellissima non avesse prezzo. Brava Ilaria sei stata capace di vivere Maria di Magdala nel migliore dei modi. Gli angeli appaiono quasi in punta di piedi e si avverte l’accuratezza nello studio di Caterina Greco e Greta Sanapo che con tenerezza sentita, mesti e consolatori donano quella poesia angelica che solo i bambini sanno trasmettere. Tutto porta alla misericordia di Gesù. La sofferenza di chi lo ha interpretato non è solo una finzione scenica perché, sicuramente, nelle gelide notti di questa Pasqua ha realmente tremato e sofferto il freddo. Anche gli attori che hanno avuto parti minori si sono rivelati precisi nell’interpretazione e negli atteggiamenti dimostrando che insieme si possono raggiungere grandi risultati e che in una rappresentazione anche una sola battuta è indispensabile al fine di un’ottima riuscita, in questo caso la Tragedia di Specchia ecco perché mi fa piacere ricordare tutti i loro nomi: Malco Francesco Giunca, Alciste Daniele Indino, Ripas apostolo Franco Pizza, Teras giudeo apostolo Enzo Pizza, Nicodemo apostolo Tommaso Fiorentino, Potifar giudeo apostolo Francesco Caloro, Josafat giudeo apostolo Gianfranco Masciali, Ancilla Maria Teresa Panarese, Diaribas giudeo apostolo Alessio Giuliano, giudeo e apostolo Gino Vincenti, Samuele servo e apostolo Luigi Musio. Che dire poi della regista che ha diretto magistralmente la rappresentazione dando significato all’impegno di tutti gli attori, che si sono presentati in scena sempre con abbigliamento idoneo alle situazioni, ai ruoli e al periodo. Anche le sue scelte sceniche, che potevano creare sconcerto, si sono rivelate efficaci e convincenti. Nella speranza che questa compagnia teatrale possa regalarci nuove rappresentazioni complimenti a tutti: attori, regista, collaboratori e organizzatori. Federica Murgia
Ritorno alle origini – il ritmo colore della taranta
MUSEO PIETRO CAVOTI GALATINA
9 SETTEMBRE | 9 OTTOBRE 2022
Inaugurazione 9 settembre ore 19:30 con ingresso libero
Interventi
Fabio Vergine Sindaco di Galatina
Monica Albano Amministratore LiberMedia Gestore Polo Biblio-Museale di Galatina
Salvatore Luperto direttore artistico Museo Cavoti e critico d’arte
Davide Miceli consigliere comunale
Roberto Lupo autore del saggio “Tarantismo senza tarantati”
Modera la giornalista Antonietta Fulvio
Si intitola Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta e si inaugurerà il 9 settembre (ore 19:30 con ingresso libero) al Museo Civico “Pietro Cavoti” la nuova personale di Luigi De Giovanni curata dal direttore del Museo e critico d’arte Salvatore Lupertoche firma anche l’allestimento con Anna Panareo. Dopo i saluti del Sindaco Fabio Vergine, del consigliere comunale Davide Miceli e di Monica Albano gestore del Polo BiblioMuseale di Galatina e amministratore di Libermedia, la serata coniugherà arte e letteratura grazie agli interventi di Salvatore Luperto curatore della mostra e di Roberto Lupo autore del saggio “Tarantismo senza tarantati” (edito da Musicaos). Gli interventi saranno moderati dalla giornalista Antonietta Fulvio direttore responsabile della rivista Arte e Luoghi edita da Il Raggio Verde che organizza l’evento espositivo con il Patrocinio del Museo Civico “Pietro Cavoti” e del Comune di Galatina.
Dopo aver dipinto en plein air la costa salentina che da Leuca arriva ad Otranto, fedele ad una poetica che vuole un’arte non solo estetica ma anche etica, rintracciando attraverso segni e colori il dialogo tra uomo e Natura, Luigi De Giovanni ha concepito un nuovo progetto espositivo: Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta nell’idea di ripercorrere i suoi luoghi e la cultura della sua terra alla riscoperta del genius loci che finisce inevitabilmente nelle sue tele dove si dipana il racconto della gente salentina, costretta ad emigrare nelle miniere – braccia e corpi da sfruttare – o a ballare come facevano le tarantate fino allo sfinimento per nascondere il dolore e il disagio sociale.
«Il Tarantismo è un elemento distintivo della tradizione culturale della Città di Galatina. Scrive nel catalogo il sindaco Fabio Vergine. – Onorarne la memoria attraverso una mostra dedicata è un modo di restituire un momento importante del patrimonio culturale immateriale alla comunità. L’arte incontra la tradizione attraverso la felice intuizione pittorica di De Giovanni. Il tutto nella cornice del Museo Cavoti, luogo significativo dell’arte e della cultura galatinese.»
La pubblicazione edita da Il Raggio Verde è impreziosita dal testo critico di Salvatore Luperto che scrive: «L’artista Luigi De Giovanni nella rappresentazione del tarantismo predilige lo scatto dei corpi, lo slancio del gesto, la linea spezzata, i toni cupi e sommessi. (…) Le opere della mostra Ritorno alle origini: il ritmo colore della taranta si caratterizzano nel tratto incisivo del segno e nelle cupe tonalità cromatiche che esprimono sensazioni interiori, suggestioni intime attraverso l’apparenza esteriore di una visione seducente del tarantismo, narrata con lirico espressionismo. Il taglio dei dipinti dà l’idea del frammento di un’unica grande tela tagliata in tante parti, mentre la striatura della pennellata e l’energia del segno rievocano la vitalità del gesto nel convulso ballo della taranta.»
L’artista sceglie di riprendere le scene descritte nei paesaggi facendo delle aie, che accolsero i frutti del lavoro, luogo di memoria, di evocazione ma anche di gioia. In alcune opere è evidente il passo zoppicante della pizzica diventata armonia negli svolazzi delle ampie gonne tenute con grazia, nei fazzoletti divenuti provocanti ed invitanti. In primo piano il corpo della che racconta di esorcismi, di rituali terapeutici e credenze popolari, di dolore e d’abbandono ma soprattutto l’amore per una terra e una cultura che sa stupire.
«La felice intuizione del De Giovanni – osserva i consigliere comunale Davide Miceli – sta nell’accompagnare, attraverso la consistenza del colore e la dinamicità del segno, il fruitore dentro la dimensione fisica del ballo, un invito alla danza, un addentrarsi nella tradizione che mentre restituisce un tratto significativo di storia locale invita ad attualizzarla e dismettere i panni dello spettatore per farsi parte attiva del processo storico-artistico.»
LUIGI DE GIOVANNI Ritorno alle origini il ritmo colore della taranta
Museo Pietro Cavoti – 9 settembre – 9 ottobre 2022
Galatina, via Cafaro n.1 | Orario: lun 10/13 mar 9/13:30 mer9/13 |15/19 giov 9/13 |15/18:30 ven 9/13 15/19 sab 15/19 Domenica su prenotazione 0836 561568
Allestimento: Salvatore Luperto – Anna Panareo
Brevi note biografiche dell’artista
Luigi De Giovanni è nato a Specchia vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Sin dalla più tenera età esegue disegni ed acquerelli seguito dalla madre, modellista e sarta diplomata in una delle più prestigiose scuole di Roma. Nel 1967 fa la sua prima mostra collettiva iniziando una intensa attività artistica che lo porta poi ad esporre a New York, Tokyo, Bruxelles, Madrid, Gent, Ginevra, Parigi oltre che a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Bologna…. 1969 si diploma all’Istituto d’Arte di Poggiardo. 1970 comincia a dipingere in maniera informale usando tecniche miste e collage. 1973 con il maestro Avanessianinizia lo studio dell’imprimitura delle tele e l’uso delle terre. 1974 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma. 1970 / 1978 segue il Corso Libero del Nudo. 1974 si perfeziona nella tecnica a olio. 1980 sperimenta la tempera all’uovo e realizza alcune opere con un unico filo conduttore “Le scalate sociali”. 1986 collabora continuativamente con l’antica “Galleria degli Artisti” di Cagliari. 1988 sperimenta tecniche miste con l’uso di materiali di scarto simbolo di “rifiuto” quali: segatura, trucioli metallici, pezzi di gomma inservibili, vecchi jeans, carta e tessuti e successiva performance con lancio di uova. 1988 inizia il rapporto con la Galleria “Mentana” di Firenze che lo presenta alla Fiera Arco di Madrid.1990 comincia a realizzare e ad esporre opere che hanno come filo conduttore “l’angoscia nella società attuale” e le delusioni sessantottine, cominciando ad usare i vecchi jeans come tele e come pittosculture, con successiva installazione. 1998 inizia la collaborazione con la Galleria “La Bacheca” di Cagliari. Dal 2000 collaborazione costante con la galleria “Della Tartaruga” di Roma. 2000 comincia a fare installazioni con i jeans e vari altri materiali o oggetti. 2003 comincia a collaborare con la Galleria “III Millennio” di Venezia. 2011 performance con coinvolgimento del pubblico. Nel 2012, con la curatela Toti Carpentieri, ha esposto a Lecce il ciclo di opere “Tracce di ri€voluzione”, lettura dei cambiamenti che hanno caratterizzato la società e i costumi dalla seconda metà del Novecento andando a sfogliare le pagine più dolorose della storia europea e italiana: le grandi guerre, la caduta del muro di Berlino, il ’68, la crisi economica e politica dei nostri giorni. Nel dicembre 2012 a Specchia ha presentato l’antologica “In itinere. Visioni, segni e figure 1966 – 2012”. Nel 2013 con “Dialogo con la Natura. Oltre i 16:9” ha esposto a Brindisi, Mesagne, Tricase.
Nel 2017 e 2018 è stato invitato a Modigliana dove ha esposto le sue opere al MU.VE Museo di Arte Moderna, nel 2019 ha tenuto una personale a Lecce, Fondazione Palmieri, a Specchia, Castello Risolo, e alla Galleria d’Arte Mentana di Firenze.
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Appunti, annotazioni, pensieri, vita vissuta da Aurélien Facente, scrittore, blogger, e fotografo/videomaker in un'era complicata come il 21simo secolo.
Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.” Due frasi, due concetti che definiscono la mia filosofia di cucina. Il tutto condito poi con passione, allegria, costanza, tenacia e grinta e amore